Zone Interdite, mapping the secret territories

Zone Interdite

Narra la leggenda che mentre Lady Godiva scorrazzava per le strade di Coventry senza veli, solo il curioso Tom osasse alzare gli occhi per guardarla, diventando cieco per l’affronto perpetrato. Dal mito al cinema, la storia dell’uomo è piena di zone interdette alla vista. Eppure viene spontaneo domandarsi se il voyeurismo, il desiderio di vedere ciò che è proibito, sia una pratica così pericolosa. Zone Interdite, art project dello svizzero Christopher Wachter, sviluppato in collaborazione con Matias Jude, approfondisce la riflessione sul tema mappando le zone militari invalicabili. Il mondo militare è nascosto alla società civile da barriere e la sua effettiva esistenza è un tabù. Eppure esistono delle ‘zone interdette’ a pochi chilometri dalle abitazioni di chiunque (si pensi alle basi di Sigonella e Aviano in Italia), dei black-out di una realtà prossima ma invisibile, generatrice di paranoia. Per questo motivo è essenziale, secondo gli autori, riappropriarsi di queste ‘Zone de Non-Penser’, per liberarsi dalla psicosi di quanto accade nei luoghi inaccessibili alla vista. In pieno fenomeno Google Maps, Zone Interdite ricostruisce la geografia del mondo su due Livelli: il Level_01 consente di trovare le zone militari proibite attraverso un motore di ricerca (per paese, per esercito, per nome) e un atlante, focalizzandole con il Word Navigator; il Level_02 ricostruisce in 3D una particolare area, permettendo all’utente una passeggiata virtuale attraverso, ad esempio, la prigione di Guantanamo o il campo di addestramento islamico in Sudan. La forza del progetto sta nel disarmare il potere militare della sua capacità censoria, illuminando le zone d’ombra, quelle che fino ad ora ‘peeping t’om ha potuto guardare soltanto dallo spioncino.

Valentina Culatti