Dewanatron, elettronica a manovella.

Dewanatron

É impossibile resistere al fascino del design di certe vecchie scatole progettate per tirare fuori dei suoni, per motivi sentimentali, in fondo. Tanto più il mercato mette in vetrina l’ultimo – potentissimo – dispositivo luccicante (a pacchetto chiuso e con le ermetiche istruzioni per un uso standard), tanto più i progetti artistici a carattere tecnologico fanno dell’approccio low-tech una dichiarazione di intenti estetico-politica. Non si può dire che in questo senso Leon e Brian Dewan scelgano l’attacco frontale, piuttosto optano per il più raffinato dei divertissement. I due assemblano ingombranti macchine sonore che fanno parte della linea Dewanatron. Si tratta di sintetizzatori analogici costruiti in maniera modulare per fare musica elettronica in tempo reale ma, in realtà, si possono considerare delle vere e proprie sculture che – con il loro look retro unito ad uno spiccato senso dell’ironia – consentono uno sguardo retrospettivo sulla storia di questi apparecchi. Alcuni di essi suonano in gruppo, a formare una sorta di orchestra, altri sono già una orchestra di per sé perché composti di più parti. L’interazione col performer è minima, perché l’idea è quella di proseguire sulla strada dell’automatismo. Si divertono con il pubblico invitandolo al gioco, come ad esempio avviene in maniera scoperta con ‘The Melody Gin’ che va addirittura a ‘gettone’. Con 25 centesimi versati fornisce 4 minuti di suoni elettronici, prodotti girando manopole e switchando controlli.