Flying Spy Potatoes, Mission 21st street

Flying Spy Potatoes

Se la sorveglianza immateriale fosse applicata da ciascuno nei confronti dei meccanismi di controllo (in una sorta di controllo sui controllori) formerebbe un dedalo d’informazioni pubbliche che ribalterebbero l’usuale potere strutturato in forma piramidale, proprio di queste tecnologie. In questa direzione sembra muoversi l’opera Flying Spy Potatoes di Jenny Marketou. L’artista per due anni a New York ha attraversato zone di stretta sorveglianza, come la Port Authority, la Grand Central Station o il World Financial Center con un pallone rosso (utilizzato solitamente per la meteorologia) contente una videocamera wireless). Dopo essere stata arrestata dall’FBI e interrogata ha realizzato un’installazione con alcune delle registrazioni video, ben presto evolvendola da performance in gioco di strada collettivo grazie alla collaborazione con la game designer Katie Selen. La piattaforma diventa una strada di Manhattan e i giocatori devono imparare ad usare il pallone e il client software per mappare collettivamente il territorio. Il gioco dell’osservazione mediata e delle sue possibili strategie di controllo viene quindi vissuta ludicamente in prima persona, coinvolgendo i partecipanti in un atto collettivo di riappropriazione visiva.