Virologic conditioning 1.1, la poesia dei codici della macchina

Virologic conditioning 1.1

La tensione della critica dei nuovi media è spesso orientata a comprendere quella sottile membrana culturale che le macchine creano nella comunicazione e che risulta essere onnipresente nella contemporaneità. Nella comunicazione scritta, in particolare, la commistione di linguaggi verbali e di programmazione ha portato alle originali sperimentazioni di ‘MEZ’, ossia Mary-Anne Breeze. Esse hanno prodotto un originale linguaggio, il ‘mezangelle’, che innesta stili e convenzioni del codice della macchina nel linguaggio scritto, sintetizzando uno stile poetico influenzato da una possibile interpretazione automatica. Code Poetry – Virologic conditioning 1.1di Tsila Hassine (già autrice dell’ottimo Shmoogle) e Alejandra Perez Nunez è un software scritto in python che produce una lettura automatica da parte della macchina della poesia ‘virologic conditioning 1.1’ di MEZ. Il progetto è stato indotto da Florian Cramer ed effettua un parsing dei testi di MEZ attraverso la sintesi vocale, con un successivo editing audio che ha incluso una lettura ‘umana’. Questa ‘reverse engineering’ sonora del lavoro dell’artista ne fornisce una nuova chiave di lettura, cortocircuitandone il processo fondante, ma rendendole al tempo stesso un importante tributo.