é sempre esistito un divario ‘naturale’ tra ambienti digitali e fisici. Talvolta si ottiene un elevato livello di immersione senza un vero e proprio coinvolgimento fisico, mentre in altre occasioni si è spettatori di fronte alla manifestazione del proprio corpo. Al fine di colmare questo gap Time’s Up, Laboratory for Construction of Experimental Situations, ha inventato l’Interfaccia di Proiezione Sferica. (SPIN). Questa consiste in una palla, realizzata materiale plastico speciale, sulla quale quattro proiettori esterni riflettono ambienti virtuali. Le persone possono camminare all’interno di SPIN e sono libere di muoversi in qualunque direzione facendo muovere la sfera stessa. I sensori posti alla base rilevano il movimento e inoltrano l’informazione al software che proietta e aggiusta le immagini second oil moto, Il corpo e le sue proprietà biomeccaniche determina anche il mondo virtuale che si crea all’interno. L’utente infatti è equipaggiato con un piccolo kit, il Body Spin, per consentire in tempo reale le misurazioni delle necessarie funzioni vitali. Un sistema per il rilevamento dell’attività muscolare, una cinta per la scansione della frequenza respiratoria e un dispositivo a tempo per il battito cardiaco forniscono gli input per creare gli ambienti virtuali proiettati sulla sfera. La navigazione intuitive che avviene attraverso il semplice atto di camminare consente una immersione totale in tre situazioni differenti. La prima è chiamata Brian Maze e consiste in un labirinto basato sul livello di stress: quanto più alto è lo stress tanto più difficile è fuggire. Il Breath Surf è invece un oceano virtuale con onde generate dal respiro della persona che si sottopone al test. Mentre nel Pulse Race I visitatori possono gareggiare colo loro stesso battito in un tunnel che cresce a seconda dei battiti. Time’s Up afferma che SPIN è, in quanto a idea, funzionalità e implementazione, la migliore e più logica interfaccia uomo-macchina. DI certo è un viaggio al centro della fisicità.