Spin, liquida mediazione (tele)visiva.

Spin

La decostruzione del medium televisivo è spesso basata su un’intervento radicale nei confronti del suo meccanismo fondamentale: l’intrattenimento continuo e ipnotico basato su frequenti cambi di luce e colore. Il suo unilateralmente riconosciuto ruolo di persuasore delle coscienze attraverso l’imbonimento dei sensi, ottenuto attraverso una narcotica bulimia di contenuti ha, ora più che mai, mezzi e approcci per essere smontato e sfruttato come input per altri fini. Spin di Liz Nofziger è un’opera che semplicemente pone un ulteriore livello visivo fra il video e lo spettatore proiettando i contenuti televisivi su una ‘disco ball’ di enormi dimensioni che ruota continuamente nello spazio angusto di una galleria e ne riflette quindi gli stessi contenuti sui muri, illuminandoli. I sopraindicati meccanismi vengono così liquefatti nelle sfaccettature della ‘ball’ che da chincaglieria funky si trasforma in mediatore visivo, suddividendo le immagini in tessere che si (s)compongono sulle pareti. In questo modo gli stratagemmi per attirare a sè gli sguardi sullo schermo vengono sfruttati per generare mirabili effetti e trasformare i flussi informativi visivi in sequenze astratte.