Ars Electronica presents Images 4 Music

Philip Glass

Visualizzare la musica sembra essere una delle ‘necessità’ artistiche dell’ultima decade. La proiezione di spontanee, generate, algoritmiche, astratte, poetiche o semplicemente arbitrarie interpretazioni visuali della musica (eseguite o riprodotte) sta coinvolgendo musicisti, artisti visuali e fanatici del computer di tutto il globo. Ma uno degli aspetti più interessanti di questo fenomeno è costituito dal background e dal retroterra culturale molto diverso dei vari componenti, spesso mescolato con spirito collaborativo, al fine di ottenere ottimi risultati, comparati ad uno sforzo solista. é il caso di questa produzione di Ars Electronica. Uno dei suoi valori intrinsechi è la collaborazione interdisclipinare fra gli artisti coinvolti. Interpretazioni differenti e diversamente articolate della partitura minimale che lentamente si de-sincronizza (originariamente grazie a due riproduttori a nastro), sono coordinate con i loop ripetitivi e varianti della musica di Steve Reich e Philip Glass. Il flusso di forme indefinite e rotondamente sfocate, programmate da Casey Reas, il grigio video cinetico, specchiato (e quindi raddoppiato) in due canali da Norbert Pfaffenbichler e Lotte Schreiber, o le scene multiple di pendolari di passaggio, un movimento bilanciato ed orchestrato di corpi ed architetture urbane, di Dietmar Offenhuber e la poesia concreta ottenuta con la ‘Poetry Loom’ e le liquide caleidoscopiche distorsioni di Martin Wattemberg, parlano lo stesso liguaggio astratto del duo simbiotico di pianisti (Maki Namekawa e Dennis Russell Davies). Insieme essi rompono definitivamente il confine interpretativo centrato sull’esecutore musicale (focus dei cultori). Ora il focus non è più sulla singola persona e e le sue virtuose capacità, ma molto più sulla relazione che essa instaura con i componenti del team. Questa produzione ponderate, che beneficia delle tecnologie di studio, risulta nettamente migliore del concerto eseguito a Linz nel 2004, per la cura della relazione fra musica e video, senza alcun errore tecnico. In questo modo la cooperazione fra gli artisti raggiunge un eccellente livello, dimostrando molto del suo potenziale e contribuendo alla costruzione del nostro ibrido linguaggio audio / visuale contemporaneo.