New Media, 1740-1915

Lisa Gitelman

The MIT Press, ISBN 0262072459
La retorica contemporanea legata ai ‘nuovi media’ e alla loro assoluta novità rispetto al passato merita una decostruzione documentata che riporti all’attenzione della cultura contemporanea, le radici storiche e culturali che i media immateriali trovano in quelli organici che li hanno preceduti. Come, infatti, affermano lapalissianamente ma non troppo gli autori “tutti i media sono stati nuovi, una volta”, e l’ottima collezione di saggi raccolti consente di attraversare un periodo storico (dalla seconda metà del settecento fino gli inizi del novecento) pressocchè ignorato da buona parte dell’attuale scuola d’intellettuali della comunicazione elettronica. I legami e le rispettive influenze fra diversi medium (come quella fra il telegrafo e il cinema, evidenziata in uno dei brillanti studi del testo) hanno giocato un ruolo sociale e culturale importantissimo decenni prima che i termini ‘intermedia’ e poi ‘multimedia’ fossero inventati. Anche la ‘morte’ annunciata di un medium per l’entrata in scena di uno nuovo che avrebbe dovuto soppiantarlo, è una rappresentazione propagandistica che si è riproposta più volte negli anni, e che ha sistematicamente fallito lasciando che la specificità di un mezzo e le sue peculiari caratteristiche di trasmettere l’informazione (sia quelle perfezionate che quelle difettose) sopravvivessero alla sua annunciata scomparsa. In questo senso l’essere coscienti della storia dovrebbe evitare il ripetersi degli errori del passato, fornendo delle solide gambe teoriche e di esperienza su cui far progredire ed evolvere imprevedibilmente l’uso dei mezzi di comunicazione della propria epoca. Ed è per questo motivo che testi come questo dovrebbero far parte della cultura di chi usa la stessa comunicazione professionalmente, invece che lasciarsi accontentare da un tecnicismo autereferenziale da un lato e di un’ideologia della novità altrettanto fragile dall’altro.