Trevor Pinch, Frank Trocco – Analog Days, the invention and impact of the moog synthesizer

ADE

book – Harvard University Press – ISBN 0674008898
Anche se negli ultimi anni si sta assistendo ad una sorta di mitologia degli strumenti analogici, in quanto soglia verso le radicali trasformazioni digitali, si può pensare che il momento storico che ha visto lo sviluppo dei sintetizzatori equivalga per la musica alla creazione dei primi personal computer per la comunicazione. Quello che gli autori definiscono come ‘analog revival’ accade oggi per le più diverse tecnologie, un classico fenomeno che accoppia nostalgia e curiosità, ma che se indagato con criterio riesce a ricostruire intatto il coraggio e l’entusiasmo dei pionieri di talune tecnologie. Analizzando il contesto storico in cui si sono sviluppati i sintetizzatori e i travagli della loro evoluzione gli autori riescono a trasmettere ai lettori delle ultime generazioni un importante messaggio di libertà e di ricerca che è necessario applicare ancora e con sistematicità per un positivo sviluppo collettivo e condiviso. Il testo ripercorre la storia delle persone che hanno portato avanti la sintesi analogica e l’hanno prodotta per il mercato musicale, ma lo fa raccogliendo e setacciando le vicende personali per tracciare in ultimo una mappa appagante, lasciando aperte, ad esempio, alcune questioni raccontate in maniera diversa dai protagonisti. Fra i pregi del libro, che pure è incentrato principalmente sulle vicende di Robert Moog e delle persone a lui vicine, c’è quello di aver dato spazio a musicisti di sesso femminile, spesso dimenticati, e alla celebre ‘Buchla box’, un apparecchio che ha lasciato libera la sua interfaccia, non identificandola con la tastiera dello stesso Moog. E come l’incertezza e il rumore accompagnava le esibizioni pubbliche delle prime generazioni di queste favolose macchine, così questo valore viene mantenuto intatto e trasmesso come ricchezza, in contrasto con la finta pulizia e ostentata determinazione della propaganda informatica.