Art of the Biotech Era.

Le biotecnologie impongono nuovi parametri di percezione della struttura organica della natura, che per la prima volta vede stravolti i processi di sviluppo e crescita dall’interno e non più solo come mera conseguenza indotta dai pesanti interventi esterni. Questa intrusione nelle essenze della crescita vitale e della sopravvivenza degli organismi è trasformata dagli artisti in aperto dibattito ingrandendo a dismisura i macro paradossi a cui queste manipolazioni vanno inevitabilmente incontro, travolgendo senso comune e categorie concettuali consolidate nell’inconscio di ciascuno. Art of the Biotech Era tenta di fare una temporanea ricognizione nei lavori che concettualmente sfidano l’invisibile e persistente modifica del mondo naturale che stanno facendo le multinazionali del settore. Nel simposio vengono presentati i lavori in esposizione nella mostra curata da Melentie Pandilovski che si svolge all’Experimental Art Foundation di Adelaide (Australia). Fra questi si segnala il Tissue Culture & Art Project (Oron Catts e Ionat Zurr in collaborazione con Stelarc) con il loro impressionante ‘Semi-Living Extra Ear 1/4 Scale’, una riproduzione viva dell’orecchio di Stelarc costruita con tessuti modellati grazie ad una tecnica di crescita rotatoria indotta, una protesi ‘morbida’ e che rimette in gioco il suo concetto stesso di ‘protesi’, essendo stata concepita come ‘accrescitiva’ (ossia per un terzo orecchio) invece che sostitutiva. Il ‘SuperWeed Kit 1.0’ di Heath Bunting, invece, rappresenta una temibile arma di resistenza organica che combatte le multinazionali della selezione artificiale delle piante con i loro stessi mezzi. I semi contenuti nelle bustine confezionate dall’artista inglese contengono erbacce dal patrimonio genetico mutante che una volta sviluppate s’incrociano attraverso germinazione e pollinazione diventando resistenti anche agli attuali erbicidi e mandando all’aria le mire di inattaccabili monoculture. Presenti anche le evoluzioni (in parte vere e in parte effetti speciali) della performer Iona Kewney in ‘Infected’ di Gina Czarnecki, che sottolinea la percezione di estensione dei confini delle possibilità del corpo, gli infiniti ibridi di ‘streptocarpus’ generati da George Gessert dal 1995 nel progetto ‘The Family Of ‘mark Tobey’ From Origin’ e il classico ‘Genesis‘ di Eduardo Kac.