David Lee Myers – Strange Attractors

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CD – Crónica

Molteplici feedback, strati di rumore e di suoni trovati subiscono svariati passaggi venendo modificati da una serie di unità di ritardo digitale stereo i cui parametri (delay time, reverse, freeze, etc.) sono manipolati in tempo reale tramite un oscillatore a bassa frequenza oppure da altri dispositivi analogici di campionamento. Molte delle regolazioni sono poi manuali e vengono realizzate in diretta, allo scopo di rendere il processo di creazione ancora più dinamico e coinvolgente. David Lee Myers, noto anche per il suo moniker Arcane Device, è un artista sonoro e visivo che vive a New York City, una sorta di artigiano della tecnologia che dal 1987 produce musica basata sull’azione di sistemi e tecniche automatizzate. Strange Attractors è in qualche modo un compendio delle sue pratiche sonore estremamente variegate, sempre in continua evoluzione, applicate anche a dispositivi modulari, sintetizzatori e altri misteriose macchine produttrici di emissioni auditive. È già la sua seconda pubblicazione questa per Crónica, che va a completare una discografia piuttosto corposa e ricca di collaborazioni (Tod Dockstader, Asmus Tietchens, Thomas Dimuzio e Gen Ken Montgomery fra gli altri), che si apre con la risonante “Equability of Powers”, composizione non lontana dalla tradizione della musica ripetitiva statunitense, in un eterno ritorno dell’identico, che qui è contornato tuttavia da una serie cospicua di eventi vibrazionali come sibili, trilli, scampanellii, soffi e strepitii. In “Iniquities”, traccia anche questa piuttosto estesa, i tremolii sono meno accentuati ed è invece presente un rumore denso, assieme a degli accenni quasi melodici e a dei vortici, che danno l’idea della diversità dei toni e delle varianti poliritmiche messe in gioco. Anche in “With Perfect Clarity” le sequenze hanno a che fare con un tempo trattenuto, ripiegato su se stesso e modulato in forme altre, mentre in “Yet Another Shore”, composizione che chiude l’album, il tutto assume un sentore anche sacrale, in un’apologia del “qui ed ora” o se preferite dell’eternamente esistente, approccio derivato da una sensibilità meditativa e spirituale. Lee Myers chiama tutto questo Time Displacement Music., sottolineando in aggiunta quanto tutta la musica sia basata sul tempo, evidentemente un paradosso filosofico se poi si afferma contestualmente che il tempo non esiste e sia invece una convenzione, una proprietà della realtà di cambiare da uno stato ad un altro, secondo i principi di entropia e di causa-effetto.

 

David Lee Myers – Strange Attractors