Disc.o, tempio (ottico) del loop

Disc.o

Disc.o è una rappre- sentazione plastica dell’unità minima della musica contemporanea ripetitiva: il Loop. Come da esplicito riferimento del suo autore Andreas Haider (aka muk), il suo funzionamento è ispirato al Superpiano di Emerick Spielmann, inventato nel 1929 come primo sintetizzatore di suoni a funzionamento fotoelettrico. L’installazione consiste in due piani circolari paralleli posizionati ad altezza uomo collegati fra loro e pendenti dal soffitto. Il piano inferiore è costituito da 8 cd player a cui corrispondono specularmente altrettanti led fissati sul secondo piano, di diametro più piccolo ma concentrico al primo e sorretto da piccole colonne. La luce dei led, riflessa dai cd sottostanti tracciati e graffiati ad hoc, è trasformata da fotodiodi in suoni (di intensità e velocità regolabili dall’utente che interagisce con le manopole) e amplificata da otto casse che circondano dal soffitto chi ci interagisce. I suoni di ogni cd player generati dai fotodiodi insieme alle luci e alle forme circolari si ripetono costantemente e in maniera ridondante, trasformandosi in una traduzione coerente e ossessiva del concetto di ripetizione continua. La sua forma circolare e le piccole colonne che reggono il cerchio più piccolo, ricordano la struttura antica di un tempio monoptero, particolare costruzione sacra di pianta circolare che nell’antica Grecia veniva eretta solo per le divinità più importanti in assoluto. Forse involontario, questo rimando riveste l’opera di una alone mistico, in cui la ripetitivita’ (dai rosari agli ohm) è praticata per alterare i propri stati mentali, esattamente come la musica.

Chiara Ciociola