Mapping New Territories

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Dopo oltre una decade di pratiche artistiche legate ai nuovi media, il mondo dell’arte digitale e mediatica è ancora confinato nei suoi spazi, e non ha ancora fatto breccia nella cultura legata all’arte contemporanea. Questo dibattito che genera animati confronti mette in discussione tutto il sistema dell’arte, ma anche la capacità dei media elettronici di essere considerati ‘arte’ a tutti gli effetti e di uscire dal proprio ghetto. Se alla video art sono serviti trent’anni per essere riconosciuta come legittima forma d’arte, quanti ne serviranno all’arte interattiva e di rete per raggiungere lo stesso status? E soprattutto come è possibile conciliare la ‘scatola bianca (white cube)’ del museo con le caratteristiche immateriali e spazialmente illimitate delle opere elettroniche? Su questi importanti temi riflettono i curatori di questa operazione coordinando più voci che si intonano alla selezione delle quattro opere dell’omonima mostra, pensata per promuovere la media art svizzera. Ma la questione territoriale è usata qui come un grimaldello, ossia per legarsi indissolubilmente alle istituzioni che hanno il dovere di tutelare le locali fresche energie espressive e culturali, ma al tempo stesso per chiedere loro conto delle politiche adottate e costringerle a fare i conti con le nuove realtà, culturali e tecnologiche. Simbolico in questo senso il titolo adottato, dedicato proprio ai ‘nuovi territori’ da esplorare, indispensabili alla contemporaneità e necessari per aggiornare le prospettive della cultura.