Radio Noise Collective – Extended Stereo

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CD – Fibrr

Quando un media viene detournato, ossia reso estraneo al suo più ordinario utilizzo per assolvere ad altre funzioni, la conseguenza è di colpo la perdita di quelle che sono le sue caratteristiche, della sua stessa cultura e dei suoi specifici codici linguistici. L’intero apparato d’azione del mezzo diventa senza ombra di dubbio orfano delle sue stesse estensioni. La radio coinvolge intimamente la gran parte degli esseri umani, ricordava McLuhan, “in quanto presenta un mondo di comunicazioni sottintese tra l’insieme scrittore-speaker e l’ascoltatore”. La natura stessa del medium radiofonico è quella di un’esperienza privata, sottintendeva sempre il teorico canadese, autore de La Legge Dei Media. Anche Apo33, sound artista, programmatore, compositore, musicista, poeta e filmmaker sperimentale, alias dietro il quale si nasconde Julien Ottavi, promuove questa stessa essenza arcaica dello strumento di comunicazione, forte di una tribalità che è comunque coinvolgente, anche nel suo utilizzo parassitario, capace di risvegliare una notevole ricchezza di suoni, fonte d’un nuovo significato musicale. La nostra psiche e l’intera società è un’unica stanza degli echi e questo è ancora più forte oggi nelle nuove piattaforme di comunicazione che sono i social media. Per questo è d’immediata comprensione l’operazione concettuale di chi utilizza le frequenze radiofoniche come una fonte diretta di manipolazione del suono. La vocazione volatile, leggera e immateriale delle emissioni radio grazie al taglia e cuci del Radio Noise Collective viene svincolata dalla propagazione di contenuti e a suo modo induce a ri-temporalizzare la sensibilità percettiva degli ascoltatori, privilegiati dalla perdita di qualsiasi nesso significante. Un nuovo mondo prende forma a partire da suoni spurii, attraverso la capacità di attrarre e suscitare immagini mentali che nascono come percorsi alternativi ai vincoli della percezione quotidiana. Sono due le tracce presentate, “Accelerum Megahertz” e “Circuit Krusher”, rispettivamente di 23 e 32 minuti, zeppe di fruscii, distorsioni, dissonanze, pulsazioni, fischi, incerte sintonie e rumorosi disturbi, frutto d’insane modulazioni di frequenza e d’ampiezza. Non mancano naturalmente anche emissioni più musicali, tenute a volume basso e controllato, che a volte si sovrappongono e sono intercalate con frammenti di tipo discorsivo. Sostanza abrasiva o parafrasando Ballard: “rumore, rumore, rumore… il più gran vettore patogeno individuale delle civiltà”.

 

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