Carmen Jaci – Happy Child

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cassette – Noumenal Loom

Carmen Jaci è una sound-artista franco-canadese adesso residente nei Paesi Bassi e particolarmente a suo agio nell’utilizzare strumenti acustici, sintetizzatori e registrazioni vocali, mescole che apparecchia in maniera assai calibrata, coerente e immaginifica. La scelta, insomma, è di esplorare quella zona di confine compresa fra l’elettronica e la musica classica, la pop culture ed un approccio accademico. Happy Child è nello specifico un disco che mette in primo piano il gioco, una certa leggerezza e sensibilità che hanno a che fare con l’universo infantile, la voglia di sperimentare intrecci differenti e nuove combinazioni sonore, cercando di riconnettersi proprio a quell’istinto fanciullesco che a volte ancora alberga in ognuno di noi. L’impressione è quella d’una continua tensione che s’insinua tra allegria, disincanto e malessere, tenuta vivida proprio nella combinazione di piani differenti, in una continua ricerca e stupore, in bilico fra tensioni acustiche ed elettroniche, alle quali s’aggiungono gli sbalzi di volume indotti da una suoneria o registrati da un videogioco, eventi auditivi delicati oppure amichevolmente cervellotici e surreali. Qualcosa delle strutture messe in opera da Jaci ricorda anche un approccio plunderphonico, seppure in questo caso non conta poi molto che il “background storico” sia apertamente esibito o che i campioni utilizzati piuttosto che “trovati” siano invece meticolosamente approntati in un lavorio continuo di tagli e cuciture. A questo proposito, a dare la sensazione di un collage di suoni difformi, saranno le percussioni un po’ finte, ottenute in molte maniere ma sicuramente non suonate dal vivo e nemmeno scaturite da una programmazione organica su una batteria elettronica, insieme ai momenti pseudo-orchestrali, affastellati nelle singole composizioni, che sembrano come spezzettate, contornate da molteplici micromelodie, fitte di cesure frammentate, improbabilmente (s)connesse fra hyperpop e musica concreta. Sono sequenze delicatamente riottose, mai prevedibili, che sottintendono più strategie e per le quali il metodo generale consiste nel non avere alcun metodo, questa è l’impressione che se ne ricava all’ascolto. È una sorta di surrealismo senza psicanalisi quello di Jaci, un processo automatico che si realizza senza apparentemente il controllo della ragione, andando duttile a colpire i sensi in più direzioni, provocando mancamenti momentanei ma anche instillando buonumore, un’allegra confusione, onirica e altamente immaginifica.

 

Carmen Jaci – Happy Child