Yves Daoust – Docu​-​fictions

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CD – empreintes DIGITALes

La nozione di docu-fiction è centrale nell’approccio che Yves Daoust ha applicato negli ultimi anni sia all’acusmatica sia a quello che viene definito in quegli ambiti musica mista – e cioè, composizioni che presentano una parte performativa e un’altra su supporto. Questa suddivisione è immediatamente percepibile nelle prime due tracce in scaletta, versioni appunto differenti dello stesso componimento, “Lily”, che si articola attorno alle confidenze romanzate (vere o presunte) di una cortigiana. La traccia iniziale esibisce un fonomontaggio e un’elaborazione in studio di suoni registrati piuttosto raffinati e di provenienza molto varia, completati da voci dialoganti e field recording. L’altra composizione pure, mette in evidenza i virtuosismi della violinista classica Lynn Kuo e del filarmonicista Joseph Petric, sovrapponendo le voci, in un altro montaggio, più fuzzy e creativo. In entrambe queste due composizioni aleggiano atmosfere piuttosto sognanti, gemiti, respiri e svariate altre espressioni sensuali. “Ricostruire da elementi separati per rendere più leggibile una falsa realtà”: sembra essere questa la docu-fiction alla quale si allude nel titolo e Yves Daoust ancora all’età di settantasette anni, riesce a colpire nel segno con la sua arte acusmatica, un approccio nel quale si è soliti ad elaborazioni complesse, in un’andata e ritorno senza fine dal fare all’ascoltare, progressivamente, ad esempio proprio come nel caso di “Lily”, rifacendosi ad un primissimo pezzo del compositore (datato 1975) che si intitolava “Paris, les Grands-magasins”. È sempre complessa un’analisi corretta dei brani acusmatici, perché è doveroso parlare d’aspetti puramente strutturali, tecnici, o – al contrario – di sensazioni emotive che sono estremamente soggettive. Daoust non fa mistero del fatto che questi documenti audio tendono a ricreare atmosfere circoscritte, nella maniera il più possibile precisa ma sempre romanzando quelli che sono i presupposti dell’opera. Anche il resto dei brani è a suo modo un audio-documentario ricostruito secondo un estro assai particolare. Si assommano rumori di strada, manifestazioni, scampanellii ed estratti di discorsi politici, in “Intermède”, mentre in “Impromptu 2” si ritorna ad interpretazioni di taglio cameristico, con gli apporti di David Cronkite e Brigitte Poulin. Si chiude il tutto con “Calme chaos”, supportati dalla Nouvel Ensemble Modern, un altra realtà della scena canadese dedita alla promozione della cultura musicale contemporanea.

 

Yves Daoust – Docu​-​fictions