Morten Riis – Lad enhver lyd minde os om

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Cassette – Crónica

Prima uscita solista dal 2009 per il sound artista Morten Riis, un album che arriva diverso tempo dopo la pubblicazione sempre per Crónica di Digital Sound Drawings, raccolta di sei brani che erano composti attraverso il disegno di immagini e la loro diretta conversione in suono, un progetto specificatamente focalizzato sull’aspetto anche visivo delle forme d’onda dei brani. Seguendo il medesimo radicale concettualismo che s’interroga su come oggigiorno – nell’epoca dei software d’immediato utilizzo – un compositore possa produrre musica in maniera significativa, attento alla specificità dei media utilizzati, Riis s’affida adesso a sintetizzatori fatti in casa e registratori a cassette a 4 tracce modificati, sempre attento a quello che è lo stretto, contemporaneo e ineludibile rapporto fra creazione sonora e tecnologia. È un’escatologia alquanto poetica e fluente sul fine ultimo di supporti e strumenti di registrazione modificati quella del ricercatore danese, procedimento alquanto complesso e variamente articolato per il quale differenti strutture melodiche vengono sovrapposte allo scopo di creare nuovi intrecci nei quali i singoli elementi sono dilatati in un continuum straniante di rumori e trame. L’uscita in cassetta è accompagnata da Lad den samme lyd minde os om [Let the same sound remembers of], 25 nastri unici realizzati a mano da Riis e contenenti il materiale originale delle composizioni, sostanza evanescente, filtrata poi da più passaggi e artifici, attraversata da un senso di perdita, cesellato attorno a una percezione certo non convenzionale ma rispetto alla quale in una maniera inconscia sviluppiamo un forte senso di familiarità. Il concentrato emotivo pur nelle decostruzioni effettuate non perde la sua carica e risuona diretto ed efficace, pregno d’una nostalgia struggente, di narrazioni solo apparentemente dimenticate e metafore esistenziali. Costringendo la mente a pensare fuori dagli schemi delle convenzioni musicali l’artista compie una specie di viaggio nel tempo e lascia letteralmente “che ogni suono ce lo ricordi”, riportando una pacata eccitazione a far capolino sulla superficie dei nastri, strumenti oramai desueti e quasi inservibili, alla stregua di kipple dickiani. Il risultato complessivo è però decisamente imponente e ci conforta anche su quello che si può tirar fuori dal poco, da un malfunzionamento, da fruscii ricorrenti e da definizioni audio non allo stato dell’arte.

 

Morten Riis – Lad enhver lyd minde os om