David Lee Myers – Reduced To A Geometrical Point

david-lee-myersok

CD – Crónica

Sottolinea di non essere propriamente un sostenitore della “musica per la meditazione”, l’autore di Reduced To A Geometrical Point, David Lee Myers, seppure abbia constatato che alcune costruzioni audio sembrano incoraggiare una postura di permanenza nel momento. È la semplice verità di essere “ridotto a un punto geometrico davanti a Dio”, citazione che deriva dal pensiero di Frithjof Schuon e che non si riferisce a una particolare visione giudaico-cristiana di un essere supremo, quanto, piuttosto, a qualunque forza creatrice dell’universo, energia – detto con un altro termine – che deve necessariamente esistere. Sono quattro – e tutte di lunghezza compresa fra i 12 e i 18 minuti – le tracce presentate dall’artista sonoro e visivo oramai newyorkese, esperienziato sperimentatore che oltre che su Crónica vanta oltre una trentina d’uscite pubblicate su svariate etichette (Starkland, Generator, ReR, Line, Silent, Pogus, RRRecords e Staalplaat, per citarne solo alcune). L’effetto complessivo degli ipnotici intrecci di Myers riporta alla tradizione della musica ripetitiva nordamericana, a quella ricerca di un suono puro che non prevede un “prima” e un “dopo” e che rifugge da strutture musicali troppo rigide, prescindendo anche da un linguaggio evidentemente predeterminato e tutto logico. Insomma, l’autore è specificatamente focalizzato sul “qui e ora”, sul semplice accadimento modellato nell’esecuzione, sulle vibrazioni e sulle frequenze essenziali, che pure maestose e a tratti chiesastiche mai danno la sensazione di ricercare ad arte modelli elegiaci. È una massa di suono che si sposta lentamente e i riferimenti alla musica extraoccidentale sono certo inevitabili, ad esempio in “GEO 1 Laurentia”, uno speciale raga ondulatorio e rauco, inquieto e senza punti di riferimento, oppure in “GEO 2 Pannotia”, incisione più beatifica e spirituale, che sembra ritorcersi su se stessa. “GEO 3 Gondwana” del cespo di brani presentati è il più cupo, astrale e allo stesso tempo introverso, prima di chiudere con “GEO 4 Pangaea”, ancora nell’apoteosi di matrici di feedback, banchi di oscillatori e multi-processing. David Lee Myers, autore che una volta utilizzava il moniker di Arcane Device e che negli anni sessanta suonava come chitarrista in una rock band, è stato poi affascinato dalle tecniche di feedback, dai Frippertronics e dalla ambient music di Brian Eno: adesso la sua applicazione ha raggiunto una rarefazione estrema, sposando un minimalismo e un approccio contemplativo decisamente eleganti e coerenti.

 

David Lee Myers – Reduced To A Geometrical Point