Maurizio Bianchi – Armaghedon

maurizio-bianchi-armaghedonok

LP – Verlag System

Secondo l’autore stesso “la parola Armaghedon non deve mai più essere sinonimo di decadente distruzione” e invoca a tal proposito un nuovo ordine mondiale “teocratico”, promotore di una definitiva “liberazione neuronale”. Maurizio Bianchi, autentico mito dell’underground industrial noise, seminale sperimentatore, ripropone adesso per Verlag System e con il supporto dello Pharmakustik-studio, un suo album del 1984, colonna sonora di un film mai finito. Le atmosfere di Armaghedonsono decisamente oscure e l’incedere opprimente non sembra derivare da una partitura precisa. Molto del flusso sonoro è conseguenza delle tortuose modulazioni ottenute semplicemente utilizzando una Echo Machine. Quello che non manca, tuttavia, nell’estrema libertà da schemi precostituiti, è una forte tensione immaginativa, risultato del rimestare in precedenti e personali registrazioni, senza l’utilizzo di strumentazione aggiuntiva alcuna. Il personalissimo percorso musicale di Maurizio Bianchi è certo assai eclettico, attraversato da pause produttive lunghissime e poi riprese, un lavorio che affonda le sue radici nella fine degli anni settanta e nei primissimi anni ottanta, nelle subculture art-punk e nell’elettronica, non tralasciando ascolti più colti e pulsioni ambient-minimaliste, infarcendo il tutto di frequentazioni mail-art e spiritualismo. Le uscite discografiche e le collaborazioni con altri artisti si contano a fatica, tanto sono numerose e lo stesso maestro, milanese d’adozione, con difficoltà distingue fra materiali originali e ristampe di vario tipo, anche non autorizzate. Al contrario, nella sua ultradecennale militanza nusicale mai Maurizio Bianchi si è esibito dal vivo: la sua è una musica che è complicato replicare, la cui struttura è definita precipuamente in funzione dell’uscita discografica, quasi sempre senza mai l’obiettivo di compiacere l’ascoltatore, di essere orecchiabile o piacevole. Sono due le tracce che vanno a comporre l’opera e nell’esclusiva ristampa di 300 copie le prime sono accompagnate da un’esclusiva foto Polaroid originale dell’epoca, scattata dallo stesso MB. Per oscure ragioni, l’LP originale fu distribuito solo un anno dopo la sua stampa e rimase indisponibile per molto tempo. Inoltre, la maggior parte delle copie originarie furono distrutte (probabilmente perché rimaste invendute). Questa è stata l’ultima produzione in vinile di Bianchi prima di una pausa durata otto anni, un viaggio nel rumore e nella saturazione dei suoni a testimonianza di una carriera e di una stagione senza pari.

 

Maurizio Bianchi – Armaghedon