Anthony Pateras – Pseudacusis

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CD – Bocian

È un settetto elettroacustico quello messo in campo da Anthony Pateras per il progetto Musica Sanae, sviluppato con il Creative Victoria Creator’s Fund. L’opera che ne scaturisce, Pseudacusis, è stata eseguita nel 2019 a Napoli, Sokolowsko, Berlino e Cracovia, quest’ultima la location nella quale al Sacrum Profanum Festival – curato da Krzysztof Pietraszewski – è stata registrata per intero la performance che possiamo ascoltare adesso in questa uscita a marchio Bocian. Ad essere più precisi si tratta di un progetto di collaborazione artistica tra tre realtà europee: Phonurgia di Napoli, In Situ di Sokolowsko (Polonia) e NK di Berlino. L’idea alla base del progetto sonoro è quella di esplorare il legame tra musica e medicina, tema piuttosto inconsueto e che nel caso di Pateras rimanda in particolare alle sue ricerche sulla componente allucinatoria del suono. I musicisti scelti provengono dalle tre città succitate e sono Chiara Mallozzi, Riccardo La Foresta, Mike Majkowski, Lucio Capece, Gerard Lebik e Tiziana Bertoncini. Anche il titolo, rispettando il proposito del progetto, è una citazione che ha origine medico-scientifica. Pseudacusis è un termine specifico che significa allucinazione o illusione uditiva e Pateras suggerisce direttamente quali sono gli stati ai quali si è ispirato: la pareidolia uditiva, la sindrome della testa che esplode, le emissioni otoacustiche e più in generale la psicoacustica. Ancor più suggestivo è come Pateras sviluppa in maniera strettamente tecnica queste suggestioni, spazializzando il suono, modulando il pitch e i timbri delle sequenze, avvalendosi di effetti stocastici, dinamiche estreme o eterodinamiche, ripetizioni poliritmiche e ambienti di altoparlanti acusmatici. Non mancano le interferenze elettroacustiche, così come l’utilizzo di frequenze di battute e di toni differenti. L’ensemble è alquanto particolare e vede accanto al violoncello, il violino e il contrabbasso, ai quali sono affiancati due fiati e le percussioni. Non tutti i musicisti citati, che sono stati davvero essenziali nello sviluppo delle liriche nelle sue esecuzioni iniziali, hanno poi potuto essere presenti a Cracovia per la registrazione di questo album e sono stati sostituiti da Krzysztof Guńka al sassofono, da Deborah Walker al violoncello e Lizzy Welsh al violino. C’è da dire che anche la costruzione dell’opera è stata alquanto particolare, con un primo nastro realizzato in Australia, registrato con altri musicisti ancora, che suonano gli stessi strumenti del settetto. Pateras ha poi elaborato singolarmente i suoni, orchestrati successivamente con l’ensemble in Europa. Dal vivo, ogni membro dell’ensemble era in mezzo agli altoparlanti, con Pateras che mixava e innescava l’elettronica situandosi al centro dello spazio.

 

Anthony Pateras – Pseudacusis