Bronius Kutavičius – Last Pagan Rites. From the Yotvingian Stone

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12” Vinyl – Music Information Centre Lithuania

Il coro da camera Aidija rende omaggio a Bronius Kutavičius, una delle più importanti figure della cultura musicale lituana, compositore in gran parte ispirato da una visione di “archeologia culturale”, dalla tradizione politeistica nazionale e a suo agio con influenze arcaiche e primordiali. La musicalità di Kutavičius può in parte sembrare non troppo distante dal primo post-minimalismo europeo ma l’essenzialità evocativa espressa affonda piuttosto le sue profonde radici nelle antiche forme di musica etnica lituana, in qualche modo seminali di un approccio essenziale, con costruzioni precise e insistite, partiture che spesso ricordano mandala di una varietà di figure geometriche, con passaggi assai ipnotici e contemplativi, che portano alla luce archetipi di coscienza mitica e religiosa. Kutavičius potremmo dire che ha anticipato certo minimalismo nella musica lituana, tanto che a proposito delle sue opere molti critici hanno utilizzato le definizioni di “minimalismo espressionista”, “minimalismo rituale” o “minimalismo pagano”. I materiali che Kutavičius utilizza sono tuttavia principalmente di derivazione popolare e in Last Pagan Rites. From che Yotvingian Stone brevi agglomerati corali vengono a grappoli ripetuti, con diverse sezioni del coro che insistono su una stessa frase, allo scopo di dar vita a un’amalgama decisamente pregno e perturbante. Se i miti trattano in chiave simbolica temi universali che affondano le loro radici nella parte più profonda dell’animo umano quella di Bronius Kutavičius in questa composizione è decisamente una operazione il cui obiettivo precipuo è l’individuazione di culture dimenticate ma che ci sollecitano ancora nel profondo agitando sentimenti ancestrali e ritmicità evocative (From the Yotvingian Stone: I movement). L’effetto è a volte come chiesastico, di preghiere e antichi riti, di un coro suddiviso in molte voci, in altri passaggi i suoni orchestrali sono a volte crudi o al contrario soavi, con una scrittura corale che rimane ritualistica e fortemente simbolica. L’ascolto è comunque affascinante, senza tempo, forte d’un classicismo obliquo che annette etnico e contemporaneo. Decisamente insolito.

 

Bronius Kutavičius – Last Pagan Rites. From the Yotvingian Stone