VVAA – Deconceptual Voicings

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Vinyl 12″ – Slimvolume

Le produzioni raccolte in questo vinile afferiscono nel complesso a uno sperimentalismo modernista forse non particolarmente in sintonia con le ultime avanguardie, anche se il tutto è ben congegnato e dà vita ad un interessante collage che molto deve alla tradizione addensatasi fra spoken word e poesia sonora. Si tratta di espressioni artistiche interdisciplinari e proto-multimediali, qui fomentate nello spirito di artisti quali Martha Rosler, Ed Ruscha, Andrea Fraser, Sol LeWitt, Shilpa Gupta, Art and Language, Lawrence Weiner e Yvonne Rainer. Deconceptual Voicings è costituito da singole tracce composte da interviste, registrate principalmente come complemento del film Conceptual Paradise (2003-2005) di Stefan Römer, regista che si è avvalso di una serie di scambi approfonditi sul tema del concettualismo, dando vita a testimonianze fondamentali di quell’approccio stilistico, un’arte senza oggetto, assolutamente speculativa e focalizzata su temi ben circoscritti. Le dichiarazioni raccolte sono state così selezionate e trasformate in una composizione musicale che conseguentemente alla natura della ricerca ha optato per una trasposizione non affatto neutrale, con frammenti di suono, sillabe e consonanti che sono state trasformate in schemi ritmici, mentre slogan, dichiarazioni e passaggi di testo sono stati campionati in un canto-parlato sempre non convenzionale e impredicibile. Quella dispiegata è una polifonia globale di posizioni e suoni, elegante e ben assortita, docilmente sovversiva, ma che poco può essere funzionale nel contrapporsi alle tendenze odierne di commercializzazione digitalizzata dell’arte. Il progetto si basa su un’idea di Stefan Römer e Marc Matter (concept and composition), assistito da Lizzie Davis (sound engineering) e Dirk Lebahn (graphic design) e gentilmente supportato da Musikfonds, istituzione berlinese atta nel promuovere la musica contemporanea in tutti i suoi generi e in tutta la sua diversità e complessità. L’album è pubblicato congiuntamente da Mount Analogue (Stoccolma) e Slimvolume (Londra) in un’edizione di 500 copie. La cover image è di Ed Ruscha, SCREAM, un’opera in tempera e matita su carta del 1964, seminale nell’uso di parole come forme estetiche, premonitrice di certe qualità astratte presenti nella tipografia ma anche accessibili e d’impatto, tipiche di un movimento artistico che in simbiosi con il concettualismo mirava a portare l’arte nell’immediatezza del quotidiano, già in quegli anni marcato da un attitudine “popular”.

 

Stefan Roemer, Marc Matter – Deconceptual Voicings