Susanne Skog – Siberia / Sirens

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CD – Fylkingen

Da Mosca a Vladivostok il viaggio è parecchio lungo in treno – è la Transiberiana la linea che collega le due città, che distano fra loro più di 9000 chilometri – e Susanne Skog avrebbe potuto stupirci con field recording certo più varie e avventurose. Sceglie invece di rendere quest’esperienza in maniera piuttosto minimale. Quello che udiamo è un vago hum metallico, strisciante, che diventa sempre più presente in termini di volume, fino a sfociare in un drone più corposo. Siberia – traccia che dura poco più di 25 minuti – è stata composta, modificata e mixata al Baltic Art Center di Visby, in Svezia, per essere poi presentata a Experimental Intermedia 2015 a New York. La composizione musicale s’imprime astrattamente poetica, evolve dalle registrazioni ma è come se non voglia parlarci d’un luogo specifico, quanto piuttosto, invece, del movimento e della spazializzzazione di pochi elementi auditivi. Anche la traccia successiva, Sirens, basata su una selezione di sirene provenienti da anni di registrazioni in tutto il mondo – in questo caso da diverse città del Giappone, nonché da New York, Atene e Rotterdam – potrebbe sembrare una produzione per la quale il contesto non è strettamente essenziale. È come se lo stesso materiale sonoro si trasformasse in nuove forme ed espressioni, attriti e correlazioni, fino a perdere qualsiasi tipo di connotazione. Eppure a Susanne Skog, che ha studiato filosofia, estetica e teoria femminista all’Università di Stoccolma, non manca il background “narrativo”, che le viene da anni di sperimentazioni radiofoniche, radiodrammi e documentari. Quanto questa attitudine sia poi “raffreddata” o “rarefatta” poco importa, se le sonorità meccaniche incedono insistenti e continue, poi neanche troppo dissimili fra loro, dettagliate ma allo stesso tempo anche impossibili da decifrare. Non vi è nessun suono la cui provenienza è distinguibile in maniera netta, la mescola complessiva è alquanto indistinta, eppure non è un ascolto affatto monotono, perché i cambiamenti seppur sottili provocano grandi effetti e catturano a fondo l’attenzione dell’ascoltatore.

 

Susanne Skog – Siberia / Sirens