Yvanko – Pluviôse

yvanko-pluvio%cc%82se

12” – Le Cabanon

Inizia con ticchettii nervosi e una nenia orientale in sottofondo l’ultima fatica di Yvan Tekoutcheff, aka Yvanko, per Le Cabanon, trattazione che si rivela poi molto lirica ma delicata, puntinista e sensibile, dai passaggi sempre sfumati e con nessun elemento che prevarica sugli altri nel contesto generale. Il musicista francese è assai abile nell’infondere ai suoni una qualità spaziale cristallina, muovendo l’attenzione dell’ascoltatore attraverso mutevoli passaggi. Se “ogni momento porta il suo lirismo, la sua tragedia, il suo teatro”, su ogni singolo suono è concentrata una partecipazione totale e la tensione è costante tanto da non permettere distrazione alcuna. Pluviôse è diviso in cinque differenti tracce, “Azumaton”, “Ventôse”, “ Irradiées”, “Exeunt” e “Rognés”, alle quali si aggiungono un digital bonus “Radicaux Libres” e un vinyl bonus “Panta Rhei”, quest’ultima – di oltre dieci minuti ­– la più lunga delle partiture presentate. Quello che colpisce maggiormente sono le ambientazioni sempre suggestive, che pure nella scrittura musicale alquanto atipica e frammentaria, riescono a riportare a un preciso lavorio un insieme di suoni variegati. Yvanko evolve le consumate tecniche click’n’cuts nel verso di un utilizzo e una dimensione decisamente poetica, indirizzando gli intrecci comunque sperimentali in chiave sognante, narrativa e onirica. L’udibile in Pluviôse sembra possedere il dono di qualcosa di assai ampio, rarefatto e mai casuale, diretto a colpire i nostri centri nervosi inondandoli di stimoli diffusi, d’emergenze auditive taglienti, strati abrasivi e misurate ellissi. La complessità dei rapporti e dei parametri in questo tipo d’elaborazione musicale elettronica non permette di ridurre tutti gli avvenimenti sonori ad un piano solo bidimensionale. Il musicista, infatti, riesce ad intervenire sulla struttura dei suoni attraverso l’analisi armonica, dinamica e melodica. Non si prescinde insomma dalla tradizione elettroacustica e dalla spazialità tipica d’un approccio anche acusmatico, tutta materia che evidentemente il compositore transalpino conosce assai bene. “Exeunt” è il brano più teso, contemporaneo, fitto e futuribile, dalle suggestioni un po’ space e dalle trame indecifrabili, così proliferante che ad ogni successivo ascolto assume connotazioni sempre nuove.

 

Yvanko – Azumaton (LECABANON005)