Elektro Guzzi – Polybrass

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CD – Denovali

Chitarra, basso e batteria, così è composto il setup di Elektro Guzzi, trio formato da Bernhard Breuer, Bernhard Hammer e Jakob Schneidewind, un combo di musicisti che vuole superare il confine fra l’analogico e il digitale predisponendosi a una sorta di live techno, ovvero senza utilizzo alcuno di computer e loop che spingano le sonorità apparechiate. I tre sperimentatori viennesi per questo nuovo progetto hanno voluto aggiungere anche un ensemble formato da altrettanti trombonisti (Hilary Jeffrey, Daniel Riegler e Martin Ptak), ognuno dei quali è ben noto sia per il lavoro da solista che per l’attività messa i piedi in altri progetti collaborativi (The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble, Sand e Zeitkratzer). L’idea che ha guidato Elektro Guzzi nella realizzazione di Polybrass è stata appunto quella di detournare dal loro utilizzo convenzionale proprio i fiati, considerandoli come una sorta d’unità sonora a se stante, dove ognuno di questi strumenti va a far le veci d’un oscillatore da synth. Partendo da una simile impostazione il risultato è infine assai più stilisticamente variegato di quelle che sono le stesse dichiarazioni programmatiche degli autori. Le cesure, infatti, si tingono d’evoluzioni cinematiche, lambendo il dub e le musicalità jazzy, colorandosi di guizzi orchestrali e spesso anche d’elementi di contorno in qualche modo ambientali. Le sequenze sono avvolgenti e gli elementi percussivi assai solidi, dipanati in maniera tale da poter far scorrere appieno l’energia, con passaggi ora oscuri e poi maggiormente drammatici, intimi e ipnotici. Il collettivo è tecnicamente ineccepibile e l’inusuale amalgama delle due distinte sezioni riesce sempre a mantenere alto il climax. Come conseguenza di quanto appena accennato risulta evidente che questa band austriaca dia il meglio di sé proprio nelle jam session e di fronte ad un pubblico, piuttosto che in studio, evitando quel gap che affligge molta dell’elettronica contemporanea e cioè una presunta freddezza e mancanza di spettacolarità, insita quando non si suonano strumenti reali. Va sottolineato tuttavia che negli ultimissimi anni in ambito electro-techno questa nuova formula di musicalità dal vivo non è inedita e si ritrova a volte anche come configurazione in alcuni dj-set, in questo ultimo caso servendosi di batterie acustiche o di sintetizzatori analogici suonati in tempo reale.

 

Elektro Guzzi – Polybrass