Staalplaat SoundSystem – Installations

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LP – Staalplaat

Preziosa uscita che documenta storiche installazioni di Staalplaat SoundSystem, collettivo di artisti sonori che vede in prima fila Carlo Crovato, Radboud Mens, Jens Alexander Ewald e Geert-Jan Hobijn. Sono quattro per ognuno dei due lati del vinile i progetti qui selezionati, complessivamente un’installazione del 2004, “Floating Islands”, una del 2008, “Station To Station”, tre del 2013, la serie delle Compositions (een, twee e drie) e infine tre del 2014, nell’ordine “Plan C”, “Composition deux” e “Composition trois”. C’è da perdersi con questi attivisti del suono, che riciclano oggetti quotidiani conferendo loro una nuova vita, capaci di singolari creazioni che molto spesso hanno la durata solo del tempo di una mostra, continuatori ideali di quelli che erano gli happenings degli anni sessanta, solo in una chiave più specifica e meglio strutturata sotto l’ombrello di un sub-genere artistico-musicale. L’edizione in questione è limitata a 300 copie, ma testimonia di una visione poetica e sperimentale che non è ascrivibile solo a una ristretta fascia di addetti ai lavori. Un simile approccio non convenzionale è oramai debordato dalle nicchie dell’audio art sconfinando in territori molto più mainstream. Le pratiche combinatorie sollecitate da simili autori, oramai, sono in ogni dove e permeano immaginari prima lontanissimi da certi gusti e sensibilità. Questo è molto più importante di tanto altro e testimonia di come il multidisciplinare, l’effimero e l’immateriale abbiano scalzato altre forme culturali. Non è cosa da poco, perché anche in questi territori bisogna avere una bussola funzionante, attrezzata nel decifrare la qualità delle poetiche in gioco, superando la soglia di un’analisi meramente funzionale e asfittica. In “Station To Station” – ad esempio – vengono amplificati in tempo reale i rumori dei treni circolanti, dei molti segnali sonori che si possono incrociare in simili concentrazioni di transiti, ma ci si lascia al tempo stesso ammaliare da un parcheggio di biciclette, dalle sonorità sollecitate utilizzando i differenti tipi di piccoli campanelli. Ogni spazio metropolitano racchiude una sua poetica e lo sanno bene coloro che sono vissuti a Roma negli anni della postavanguardia, quando una piazza, una spiaggia, un parcheggio sotterraneo potevano diventare luogo di pratiche artistiche, così come – ritornando agli anni della prima performing art – era noto agli avventori del Cabaret Voltaire a Zurigo o ai seminali frequentatori degli spazi off di certe gallerie newyorkesi anni sessanta, insidiatesi in depositi prima industriali o comunque destinati ad altre attività.

 

  • Staalplaat SoundSystem – Floating Islands
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  • Staalplaat SoundSystem – Station to Station
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