Eraldo Bernocchi & Chihei Hatakeyama – Solitary Universe

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CD + book – Aagoo

Per molti compositori contemporanei e soprattutto negli alvei della sperimentazione più tendenziosa e concettuale, dopo la sbornia audio-video tra la fine degli anni novanta e le prime due decadi del Nuovo Millennio, sembra adesso essere arrivato il momento di un retour à l’ordre. Ciò avviene spesso a latere di progetti musicali piuttosto astratti e in conseguenza di molteplici suggestioni e immagini. Quest’ultime sono di frequente decisamente statiche, fotografiche e più tradizionali di quelle viste “in movimento” nelle stagioni passate. È un fiorire ultimamente di tutta una serie di uscite presentate con in aggiunta corposi book, nell’apoteosi d’un ritorno alla stampa, che come qualcuno ha bene sottolineato, evidentemente non è mai morta. È uno stato in attesa (”Waiting”), esattamente come il titolo della prima traccia che parte dal nostro lettore CD, quello di simili post-avanguardie, che qui sono splendidamente rappresentate da Eraldo Bernocchi, compositore, musicista e produttore discografico dalle molte influenze e Chihei Hatakeyama, chitarrista ambient giapponese, altrettanto eclettico e a suo agio fra risonanze, loop dilatatissimi, cambi di volume e quietismi. Pure il titolo della seconda traccia, “Those Glorious Days”, ci suggerisce sibilline concatenazioni fra quello che è impresso nei solchi e discorsi di più ampio respiro sulla situazione oggi della musica di ricerca, sul suo pubblico e su come sopravviveranno forme artistiche non più “monolitiche” – pur se di nicchia – come un tempo. L’album nel suo complesso è certamente elegantissimo e ben confezionato, impressivi sono l’artwork e le foto a colori di Petulia Mattioli e le immagini in bianco e nero di Yasushi Miura, calibrata la miscela fra suoni inanimati e più beatifiche sequenze, lungo le cinque tracce presentate, usando perlopiù chitarre ed effetti, sollecitando strutture ariose e meditative. Sono paesaggi inorganici quelli di “Shapeless Buildings” e riportano a qualcosa di non più abitato, senza oramai una funzione precisa o un destino. Così in “The Mistakes Box” o prima di chiudere con “Unopened Letters”, quest’ultima appena più ariosa e serena rispetto alle altre del cespo. Aleggia sempre un pizzico di malinconia latente, evidentemente parte imprescindibile della cifra stilistica voluta in essere dal duo, resa pienamente fra bianco e nero e colore anche nelle foto di Miura, un coacervo di spazi metropolitani ed elementi più tradizionali, di artefatti e natura, momenti intimi e scatti più enigmatici.

 

Eraldo BernocchI & Chihei Hatakeyama -Solitary Universe