Gintas K – Acousma Light

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CD – GK

Già nel titolo di questo album si fa riferimento alla musica acusmatica, seppure Gintas K non faccia propriamente parte di quelle enclave, preferendo più genericamente la scena sound art e focalizzando il suo lavoro su sonorità granulari, glitch, e digitali, con all’attivo ben ventinove pubblicazioni su etichette importanti quali Cronica, Zeromoon, Con-v, m/OAR, Copy for Your Records, Baskaru e Ilse;, con live nei più importanti festival internazionali come Transmediale., ISEA e l’IRCAM forum. “Acousma Light” al più – come citazione testuale – rende manifesta una certa reverenza nei confronti di quella tradizione specifica, osservanza sulla quale si cerca d’innestare un approccio poi non troppo cristallizzato, più libero da dogmi e costrizioni, appunto una versione light, ma non per questo meno seria, sensibile e ponderata. Il riferimento più diretto a quella scuola inaugurata da Pierre Schaeffer sembra risiedere nel fatto che nessuna fonte sonora sia visibile durante la sessione di ascolto o di concerto. Così anche in questo progetto, nella prima parte della composizione, il suono è molto grezzo, in balia di circuiti tremolanti, oscillante fra bleep e liquide digressioni, ridotto alle sue componenti più essenziali ma non privo di trasalimenti, accelerazioni e perdite d’aderenza. Manca, tuttavia, una correlazione esplicita fra i suoni e come questi siano prodotti, questione qui risolta filosoficamente ma molto sentita – anche al livello pratico di una mancanza di sufficiente spettacolarità – in qualsiasi ambito afferente ai live elettronici. Nelle costruzioni di Gintas K non mancano certo i momenti di tutto pieno, diciamo orchestrali e assieme ai ronzii più densi e alle atonie fanno capolino anche larvate melodie, pause e intrecci più introversi. All’autore piace tuttavia pensare ai vari elementi messi in gioco come a particelle sonore modulari e alla stessa maniera degli acusmatici di queste emissioni auditive sono invocate le loro caratteristiche fisiche: il timbro, lo spettro sonoro, la variazione e la velocità di movimento variabile. La realizzazione di un insieme a partire da frammenti, tuttavia, non è un’operazione da laboratorio, ma una pratica soggettiva, pregna di una sua distintiva estetica e di un valore che è dato anche dalle forme e dai risultati che si sono ottenuti. In questo a Gintas K non si può nulla eccepire, perché le nove tracce approntate sono assai suggestive e avvincenti, un po’ noisy e caotiche ma in definitiva innervate di talento e decisamente concrete.

 

Gintas K – Acousma Light