Christian Kobi ‎– Atta!

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CD – Monotype Records

A marchio Monotype Records ‎(esattamente è la loro uscita numero novantatré) Christian Kobi raccoglie per l’occasione tre composizioni al sax tenore solo, una al sax soprano e per la quinta (quella centrale nell’album) invita Wakana Ikeda al flauto, Taku Sugimoto alla chitarra e Yoko Ikeda al violino. Siamo in territori d’improvvisazione radicale e cruda, free jazz di marca assolutamente contemporanea, che nell’incontro di due tradizioni differenti, quella europea e quella orientale, cerca ispirazione e nuova linfa. È proprio la traccia apparecchiata in quartetto, soprannominato Atta!, che significa “l’ho appena trovato”, a fungere da passe-partout concettuale. Un brano dalle ambientazioni sibilanti e sospese, alla ricerca di suoni ancestrali e sintonie finissime, con la chitarra e i fiati che modulano singole note e per le quali vale la vecchia regola per cui “quello che non c’è è altrettanto importante di quello che c’è” (ad esempio il vibrato ma in generale le strutture all’interno delle quali la jam session si muove, fra pause, momenti dilatati ed emergenze auditive appena percettibili). Sono inevitabili i riferimenti alla cultura zen così come a tutto ciò che nel corso dei decenni in musica ha spinto quelle che qualcuno ha definito poetiche dell’indeterminazione. “L’improvvisazione pura”, come ricordava Jhoanne Rivest nel suo breve ma epocale saggio Alea, happening, improvvisazione, opera aperta, “è probabilmente la forma più radicale del rifiuto della scrittura e, suo tramite, della stessa nozione di opera”. Allo stesso tempo, il processo improvvisativo, lo ricordiamo, è un atto immanente nel tempo e per sua natura costitutiva, qualcosa che principalmente accade e che poco si presta ad una classificazione. Naturalmente, una possibile connessione tra il jazz e la tradizione musicale dell’Europa Orientale non è cosa inedita e lo stesso Kobi aveva già sperimentato in passato collettivi focalizzati su una simile operatività. Adesso per il musicista svizzero la ricerca sembra essere meglio definita, tanto che anche le tracce in solo risplendono di un flusso
temporale immaginifico, pur assecondando una tormentata tecnica, che richiede una notevole emissione e controllo. Atta!, “l’ho appena trovato”, potrebbe allora essere una dichiarazione di gioia, la consapevolezza d’una necessità interiore che finalmente prende forma nel liberarsi d’orpelli e inessenziali costruzioni formali.