Marc Namblard – F. Guyana

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CD – Gruenrekorder

Marc Namblard non è nuovo ad approcci audio-naturalisti – basti ricordare le sue precedenti uscite su etichette quali Nashvert, Ouïe-Dire e Kalerne – e a dire il vero anche all’esplorazione di spazi open-air nella Guyana Francese, che in luoghi differenti erano già stati oggetto di estese registrazioni. Il sound collage di quelle prime catture auditive – field recording realizzate tra la stagione secca e la “piccola stagione delle piogge” – evidentemente deve essere rimasto impresso allo sperimentatore parigino che per questo rilascio sulla prestigiosa Gruenrekorder ha scelto stavolta, sempre nello stesso periodo dell’anno, le regioni costiere, sicuramente non prive d’altrettanto fascino delle altre, nella foresta e nella savana, ricche comunque di differenti e ben dettagliate frequenze vibratili, di frammenti risonanti e avvolgenti iterazioni. Le suggestioni ambientali sono spesso mantenute astratte, forti di un singolo suono, per poi in altri casi aprirsi ai cinguettii di una colonia d’uccelli al mattino, ai gorgoglii di scimmie e cicale – tra gli altri abitatori mattinieri – che sono in evidenza con gutturali e crepitanti espressioni. Sulla strada di Saint-Élie, vicino Sinnamary. un’area che è già al limite della foresta, Marc Namblard è attirato dalle emissioni dei colibrì, dal ronzio acuto delle immancabili cicale, nonché dal martellare incessante dei picchi. I suoni che ascoltiamo non sono mai banali: le field recording raccolte sono ricche d’interferenze minime e le sequenze droniche sono in altri casi registrazioni di specie particolarissime di rane (i leptodactylus, le vitreorana oyampiensis e gli eleutherodactylus johnstonei, fra quelle più conosciute), di uccelli (ad esempio i cyphorhinus arada o i leptotila rufaxilla) o semplicemente dell’oceano, accompagnato dal rifrangersi tenue e inquietante delle onde sulla spiaggia oppure dalle stesse che battono incessantemente sulla barriera corallina. Tutta l’opera sembra infusa dallo spirito purista della primigenia fonografia e non abbiamo sentore all’ascolto di nessun post-editing: un qualche ulteriore “abbellimento” è dato solo dall’interessante book allegato, completo di suggestive immagini a colori che si devono a Hadrien Lalagüe, Antoine Baglan e Anne Cécile Monnier, autentici specialisti in questo generi di scatti. Insomma, lo spazio sonoro è davvero ben definito, ricco di dettagli e iper-vivido e l’ascolto è decisamente gradevole, assolutamente all’altezza di una così sedimentata e pregevole serie discografica.

 

Marc Namblard – F. Guyana