Kris Cohen – Never Alone, Except for Now: Art, Networks, Populations

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Duke University Press, ISBN-13: 978-0822369400, English, 216 pages, 2017, USA

“A causa di un’intensificazione dei segnali elettronici […] la percezione dell’altro e del suo corpo viene rimodellata” afferma il filosofo italiano Franco ‘Bifo’ Berardi, e il rimodellamento di questa percezione è probabilmente uno dei cambiamenti più importanti e sottovalutati, indotti dal nostro intenso uso dei media digitali. Con questo libro Cohen entra nel merito di questo cambiamento, affrontando il paradosso della partecipazione attiva in un ambiente online sovraffollato e allo stesso tempo del sentirsi soli. Lo fa attraverso una definizione centrale di “forma di gruppo” usata per spiegare l’interrelazione tra le popolazioni e la dimensione pubblica. Per comprendere la “vita in rete” e le sue implicazioni utilizza una metodologia chiamata “ekphrasis”, che genera un “vocabolario dell’esperienza”. Utilizza anche alcuni casi studio, tra cui romanzi (il “Pattern Recognition” di Gibson), opere d’arte (Felix Gonzales-Torres’ candy works, “I March in the Parade of…” di Sharon Hayes e “Beacon” di Thomson & Craighead), per affiancarle a casi specifici di socialità su Internet. In questo senso, riesce a collegare il “pubblico” che gli artisti includono nelle loro installazioni con l’esposizione personale che stiamo permettendo nelle reti. Egli definisce le “relazioni mediate” e ammette apertamente come la mercificazione sia ciò che guida la conversazione sulla forma e l’estetica del gruppo. Questa estetica è l’estetica specifica della collettività, che Cohen afferma essere la “chiave per comprendere la logica della vita in rete”.