Michael F. Leruth – Fred Forest’s Utopia: Media Art and Activism

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The MIT Press, ISBN-13: 978-0262036498, English, 264 pages, 2017, USA

L’artista iconoclasta Fred Forest è stato riconosciuto solo di recente per la sua attività artistica di nicchia negli ultimi sessant’anni. Artista con un approccio moderno ai media, e con una posizione critica controversa, ha utilizzato le strutture istituzionali attraverso una varietà di strategie critiche, destabilizzanti e intelligenti. Forest è sato un sabotatore del sistema dell’arte, dall’intervento non richiesto e rischiosissimo alla Biennale di San Paolo durante la dittatura militare del 1975, fino a citare in giudizio il Centro parigino Pompidou nel 1994 per la sua politica poco chiara di acquisizioni artistiche. Ma ancora di più è stato un primo fruitore e ricercatore di video portatili, sistemi telefonici e reti televisive, utilizzandoli per opere d’arte critiche. Unendosi al teorico italiano Mario Costa nel definire l’estetica della comunicazione all’inizio degli anni Ottanta, nel 1985 hanno scritto un manifesto che sembra predire ciò che accadrà nei prossimi vent’anni: “L’estetica della comunicazione spinge ulteriormente le implicazioni psico-fisiologiche delle innovazioni tecnologiche, elaborando la loro concomitante modifica dei nostri concetti di Spazio e Tempo”. Dall’acquisto di spazi sui giornali Le Monde per consentire la partecipazione e l’espressione dei lettori, alla gestione di una campagna pubblica ufficiale per la presidenza della televisione nazionale bulgara, Forest ha ampliato la sua pratica attraverso le tecnologie più diverse, producendo un corpus sostanziale di lavoro con uno spirito di guerriglia culturale, cercando il proprio slancio, ma mettendo in discussione in modo giocoso e profondo lo status quo.