Maria Salgado & Ixiar – 20.20

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CD – DSS2016

Prende le mosse da un progetto supportato dall’Observatorio de la Escucha, in occasione della programmazione effettuata a San Sebastián, Capitale Europea della Cultura 2016, questo 20.20 dei sound artisti Maria Salgado e Ixiar. L’uscita documenta il loro intervento – effettuato utilizzando il sistema di informazione pubblica della spiaggia di La Concha – e include anche una “bonus track”, registrata successivamente dal duo negli studi di Tabakalera. Salgado e Ixiar detournano la comunicazione decisamente ordinaria del lido, organizzando dei testi che, presentati in quel particolare spazio, assumono in relazione al pubblico un sapore del tutto straniante e poco convenzionale. Il Catálogo de pre-viva voz para cualquier posible situación – ad esempio – moltiplica il numero di possibilità verbali delle frasi pre-registrate, virando in direzione d’un attivismo poetico individualista e sagace, organizzato in parti verbali compiute, seppure potenzialmente predisposte anche ad altre concatenazioni. Il tono degli annunci è prescrittivo, ma a volte anche insinuante o interrogativo e i jingle musicali e le voci in sottofondo – che sono presenti nelle iterazioni sotto forma di refrain – pur volendo esibire un’organizzazione aleatoria, nella mescolanza teoricamente illimitata di elementi, sembrano tradire la voglia di un riscontro più emozionale, teatralizzato, adottando tuttavia stilemi e pratiche sperimentali di marca avanguardista e contemporanea. Naturalmente – e tutto il background di María Salgado lo testimonia – qui l’influenza della poesia sonora è particolarmente rilevante, così come l’idea di sonorità che diano vita ad un ascolto attivo, facendo evolvere unità semantiche limitate in qualcosa di più avventuroso e decontestualizzato. Un altoparlante – in definitiva – è un dispositivo di amplificazione che emette notifiche alquanto circoscritte, un sistema di diffusione che nel suo utilizzo favorisce una narrazione impositiva e unidirezionale, uno strumento perfetto insomma per passare sinuosamente dal solito all’improbabile, imitando un “regime” sonoro simile al messaggio originario. Tutte le forme di manipolazione del linguaggio – lo ricordava W.S Burroughs – attingono alle antiche arti magiche, alla metrica della poesia arcaica, a una disposizione fluida e primigenia delle arti, indicazione che ci sovviene anche ascoltando questa ipnotica, riuscitissima ed ambigua performance auditiva.

 

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