Rotor, rotating topophony

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Alcuni media ricordano la loro lontana storia originaria riguardo a quello che è stato perso o che non è più disponibile. Con i nostri mezzi post-digitali per digitalizzare e ricostruire, è relativamente semplice quindi far rivivere e ripristinare questi media specifici nei nostri mondi ibridi. Proprio ricostruendo uno strumento ancestrale, ‘Rotor‘ di Lucien Gaudion è un’opera ispirata al rombo Paleolitico, uno strumento musicale rituale che storicamente era usato per comunicare su distanze estremamente estese. È costituito da un rotore a forma di elica che viene attivato da un motore dedicato. Questo motore si muove alla stessa velocità dei differenti venti che soffiano in tutto il globo terrestre. Il suo fittizio ‘audio-scape’ prodotto, descrive sonoricamente i venti, in una composizione indotta dalla natura. La qualità e la ritualità mistica di questo processo si fonde in un dispositivo che afferma il suo essere ibrido nel tempo, nella funzione e nel ruolo ad ogni rotazione. Incorpora il passato e il presente che scorre rapidamente attraverso la sua costante risonanza, e ricattura qualcosa di effimero che in altro modo sarebbe andato perso. (photo credit Luce Moreau)

 

Lucien Gaudion – Rotor