VVAA – Dirty Ear Report #2

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Errant Bodies Press, ISBN-13: 9780988937567, English, 64 pages, 2016, Germany

Come si può documentare un workshop collettivo creato da sound artist e teorici con background differenti? Sono stati fatti nel corso del tempo numerosi tentativi di convertire note sparse e scarabocchi in carta stampata, ma essi spesso assomigliano di più a una documentazione forzata piuttosto che a una pubblicazione vera e propria. Il raffinato livello di produzione portato avanti da Errant Bodies, invece, non delude il lettore. Questo secondo volume della serie Dirty Ear è piccolo, ma unisce un’offerta consolidata e chiara di design che si trova quasi in tutti i differenti stili. Dal manifesto alla poesia concreta, il saggio è composto da annotazioni o segni, che gli autori coinvolti contribuiscono a rendere una pubblicazione leggibile e utile analizzando il suono come base per un “nuovo paradigma discorsivo”. Questa pubblicazione documenta il forum sperimentale per la ricerca sonora tenutosi alla Bergen Academy of Art and Design in Norvegia e il suo design e contenuto sono coerenti con l’obiettivo principale della serie: “proponi il suono come materiale che permetta di ripensare i modelli del lavoro collettivo”. Qui i gesti e gli spazi sonori (fisici e sociali) che li ospitano emergono attraverso diverse pratiche artistiche discusse e documentate. Leggendole (o leggendo riguardo a loro) abbiamo un nuovo senso di “ascolto” verso i rispettivi autori, e ciò consente un apprendimento da molteplici e originali prospettive. Alcune idee sono decisamente politiche, come l’”agente sonoro” di LaBelle, ma l’orizzonte condiviso è riassunto dalla definizione di Ana Pais “di rappresentare l’atto dell’ascolto”.

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