VVAA – 1996: twenty years domizil

twenty-years-domizil

4CD – Domizil

Venti anni non sono pochi per una label non-mainstream come Domizil, soprattutto quando non ci si lamenta del fatto che i tempi stanno cambiando e si segue il proprio corso più anticipando le scene che non subendole, seppure per lo sperimentalismo non siano certo – queste ultime – stagioni di vacche grasse. A metà degli anni novanta, infatti, già molti fenomeni musicali avevano compiuto per intero il loro corso, mentre altri iniziavano appena a far capolino e l’elettronica digitale di lì a poco avrebbe pienamente incominciato a tessere le trame della sua definitiva e largamente accessibile diffusione. Ci pare un’ottima scelta allora che per questo anniversario alla label fondata da Marcus Maeder abbiano deciso d’evitare a piè pari il consumato cliché di una compilation celebrativa. Si è preferito invece dare spazio a quattro uscite individuali di alcuni fra i più rappresentativi e ancora attivissimi collaboratori. Per prima è l’uscita dello stesso Marcus Maeder a finire nel lettore cd di redazione e fin dai primi siderali accordi è evidente che ci si trova di fronte ad un progetto molto affascinante, space e fluttuante, ricco di vibrazioni e suggestioni astronomiche. Non-Human è pura science-fiction a nostro avviso, il parto domestico dell’ennesima utopia sviluppata a partire da un computer casalingo, letteralmente dal proprio domicilio, pur sapendo che nel vuoto – nell’assenza di aria – nessun suono può propagarsi che l’orecchio umano possa cogliere. Anche per Thomas Peter – Thornbill è il titolo della sua composizione – l’ispirazione questa volta sembra afferire a un universo molto rarefatto e vibrazionale, seppure vengono anche più robusti e improvvisativi elementi percussivi a far da contraltare alle sorde ed enigmatiche frequenze che sono frammiste a loro volta a liquide field recording ed essenziali assonanze. Con Bernd Schurer, invece, il climax di Blind Materialè subito più eccentrico e sferzante, fitto di sciabolate elettroniche, risucchi ed astruse effettistiche che sembrano precedenti all’era home-made computer-based e ricordano un poco la seminale psicoacustica e gli esperimenti auditivi con onde sinusoidali e analogici trasalimenti. Si chiudono le celebrazioni con Martin Neukom il cui suono aleggia in “Studien 21.1 – 21.15” per mezzo di ben otto oscillatori di van der Pol (strumenti nati in ambito radiotecnico), quasi a ricordare come l’etichetta sia anche votata a un approccio “scientifico” oltre che estetico, artistico e visivo.

 

  • Marcus Maeder live at the Lodge/Zurich – excerpt
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  • Bernd Schurer | Sound Reasons Festival | 2012 |
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  • Martin Neukom – 18.9
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