Cathy van Eck – Between Air and Electricity: Microphones and Loudspeakers as Musical Instruments

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Bloomsbury Academic, ISBN-13: 978-1501327605, English, 198 pages, 2017, UK

Invertire la funzione di tecnologie specializzate da semplici attrezzi a strumenti è un approccio condiviso dagli inventori passati, da artisti di qualsiasi periodo storico e da maker sperimentali contemporanei. Cathy van Eck è un artista sonoro che ha ampiamente approfondito l’utilizzo di microfoni e di altoparlanti come strumenti musicali. Essi hanno una presenza scenica anonima e un funzionamento imperscrutabile rispetto al gestuale causa-effetto tipico degli strumenti classici. Inoltre, rappresentano totalmente la quintessenza e l’interfaccia audio universale tra gli esseri umani e le macchine digitali/analogiche. Van Eck analizza storicamente e tecnicamente come comporre con tali oggetti aggiungendo le loro specifiche qualità al risultato finale. Partendo dai celebri esperimenti di Stockhausen, Tudor, Lucier and Pook, l’artista analizza la progettazione del segnale elettrico coinvolto, oltre al classico feedback acustico, utilizzando gli strumenti ‘origine del suono’, che hanno implicazioni estetiche sulla composizione. Per citare Van Eck la “relazione tra i movimenti del corpo del performer e il suono risultante non è più obbligatoria […] ma può essere composta”. Questo libro echeggia come l’omonimo progetto di ricerca dell’autore, articolato in ventotto composizioni realizzate tra il 2006 e il 2013. L’artista utilizza diversi approcci per ‘indurre’ il suono nelle installazioni e nelle performance, ma tutto è strutturato unendo tre principali categorie: movimento, materiale e spazio. Ciò che sta componendo ultimamente è una cartografia concettuale che “rende udibile ciò che si supponeva essere silenzioso”.

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