The Last Gun, sounds in armed disconcert

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Un fucile da caccia, trasformato in un doppio flauto grazie a dei fori sulla canna, viene suonato con l’ausilio di un procedimento meccanico che attraverso l’uso di aria compressa permette di “suonare” l’andamento delll’esportazione di armi statunitensi nell’ultimo decennio, il tutto controllato da una scheda Arduino programmata. A seconda dell’aumento e della diminuzione delle vendite si alternano melodie tristi a musiche più ritmate. Questo è “The Last Gun” di Costantine Zlatev (in collaborazione con Kostadin Ilov e Velina Ruseva). Nell’installazione, l’artista ha deciso di collocare appesi al soffitto da fili trasparenti sia l’arma che uno schermo col tracciato grafico relativo. Questo essere “sospeso” per aria, è come se volesse significare che il giudizio sulla presenza simbolica dell’arma sia allo stesso modo sospeso. La musica strumentale ( la sua variazione di ritmo) rafforza questa immaterialità, creando un’aura sacrale contrastata dai suoni ritmici improvvisi dell’intera struttura meccanica. Il contrasto tra elementi statici e in movimento crea un’orchestrazione prodigiosa che permette all’opera di fluttuare nell’aria e allo stesso tempo di creare un netto turbamento.

 

Constantine Zlatev – The Last Gun