VVAA – 1961-2014 An Anthology of Turkish Experimental Music

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2CD – Sub Rosa

Se è attualmente la situazione politica in Turchia – e quello che ne consegue come totale arretramento d’ogni libertà – ad essere sotto i riflettori, ben venga allora qualsiasi testimonianza, come questa uscita per Sub Rosa, che potrà divenire un attestato della modernità repressa in quella terra, una zona d’influenza che non sempre è stata sottomessa da un manipolo di bigotti e trogloditi governanti. Questa antologia presenta – difatti – produzioni di musicisti turchi che vanno dall’elettronica del 1960 fino a tutte le forme sperimentali di questo decennio, svolgendo la funzione d’un documento prezioso nel confermare l’aderenza a un’arte assai innovativa e cosmopolita. L’imponente raccolta dipanata in due CD è stata curata da Batur Sönmez e Erdem Helvacioglu, che hanno selezionato complessivamente 29 musicisti, fra i quali spiccano gli antesignani Ilhan Mimaroglu – noto soprattutto in Italia per il suo contributo alla colonna sonora del Satyricon di Federico Fellini – e Bülent Arel, già dalla fine degli anni cinquanta seminale nello sperimentare nuove idee sonore al Columbia-Princeton Electronic Music Center. İlhan Mimaroğlu anche – che nel corso degli anni sessanta ha studiato nello stesso Columbia Center sotto Vladimir Ussachevsky e in alcune occasioni ha lavorato con Edgard Varèse e Stefan Wolpe – è un rimarchevole autore e il suo Prelude No. 17 [Istanbul Fog], ultimo brano del primo CD, bene comparirebbe oggigiorno in un qualsiasi catalogo di audio-art. Se nel primo dei due CD la selezione è “secca”, sotto la tag onnicomprensiva di Electronic Music, nel secondo la curatela si fa più sfumata e concettuale già dal titolo: Politic, Sampler, Ambient Music, comprendendo – non a caso – alcuni brani dall’aplomb attivista, “Democracy Lessons” di Asaf Zeki Yüksel, “The Monopoly of Victim Status” di Osman Kayatazoglus o “I want to be a suicide Bomber” del gruppo SIFIR, unico brano dell’album questo che può vantare vocal e atmosfere simil-coldwave. Si passa da una free form cruda a feedback e intemperanze noise, da un obliquo post-rock a soundscape di qualità cinematica: il tutto ci ricorda che la cultura turca è stata vivissima e ancora potrebbe esserlo.

 

VVAA – 1961-2014 An Anthology of Turkish Experimental Music