VF
(i)
n_1
, echo of violence

VF

In 
Messico
 si 
dice 
che
 «a
 los 
muertos 
de 
hoy 
los 
tapan 
los 
de 
mañana», 
ovvero 
che 
ogni
crimine
 viene 
ben
 presto 
oscurato 
da 
uno 
più 
recente. 
Sono 
ben 
80.000, 
infatti, 
le
 vittime 
di 
una 
guerra 
tra
 Stato 
e 
narcotraffico 
cominciata
 nel 
2006 
per
 volere 
dell’allora 
presidente 
Felipe 
Calderón
e 
che
 non 
sembra 
ancora 
avere 
alcun
 risvolto. 
I 
cartelli 
della 
droga, 
organizzazioni 
potenti 
e 
sanguinarie,
 si 
contendono 
un 
mercato 
che 
la 
DEA 
ha 
stimato 
essere 
superiore 
ai 
40 
miliardi 
di 
dollari 
l’anno. 
La
 Guerra
 Messicana 
della 
Droga 
riempie 
quotidianamente 
giornali 
e 
TG 
di 
immagini 
di 
violenza 
ma
 non
 include
 il 
punto 
di 
vista 
delle 
persone 
comuni
 che 
hanno 
così 
dato 
vita 
ad
 un 
processo 
di 
 testimonianza 
diretta 
utilizzando
 gli 
strumenti 
che 
hanno 
a 
portata 
di 
mano:
 smartphone 
e
 telecamere; 
condividendo 
video 
e 
foto 
su
 internet, 
partecipano, 
infine, 
a
quella 
che 
potremmo
 definire 
una 
normalizzazione
 dello 
stato 
di 
guerra. 
Intorno 
a 
questa 
dinamica 
di 
assuefazione
 mediatica
 alla
 violenza
 si 
sviluppa 
il 
lavoro 
dell’artista 
messicana 
Luz 
María 
Sánchez 
che 
con
 la
 sua
 installazione 
sonora 
multi
canale 
“V. F(i)n_1” 
ha 
vinto 
il 
primo
 premio 
della 
Biennale 
delle
 Frontiere 
nella 
categoria 
artisti 
emergenti. 
Si 
tratta 
di 
una 
struttura 
composta 
da 
74 
diffusori
 sonori 
indipendenti 
a 
forma 
di 
pistola 
e 
alimentati 
a
 batteria 
che 
riproducono
 suoni 
tratti 
da 
video
 di
 sparatorie 
condivisi 
su 
Youtube. 
Quello 
che
 si
 ottiene 
è
 una 
trama 
sonora 
che
 va 
affievolendosi
 pian
piano
 che 
l e
batterie
 si 
esauriscono, 
lasciando 
spazio 
al 
silenzio, 
altro 
tema 
molto 
caro 
al
 narcotraffico.
L’installazione
 da 
una 
nuova 
forma 
alle 
terribili 
esperienze 
del 
popolo 
messicano 
e
 lo 
fa 
grazie 
al 
popolo 
messicano 
stesso. Benedetta Sabatini