Hecq – Conversion

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CD – Ad Noiseam

Quello della contaminazione fra un approccio experimental e sonorità che arrivano da altri campi specifici della contemporaneità – ci riferiamo in questo caso soprattutto alle ricerche che inglobano elementi derivativi di altre scene elettroniche – è sempre stato un crinale periglioso seppure interessante e d’immediata presa sul pubblico. Non è un caso allora che Conversion di Hecq sia frutto d’un processo di scrittura molto lungo e progettato, una sorta d’omaggio di questo artista per i suoi coetanei, per le influenze proficue passate come acqua sotto i ponti e per gli amici che l’hanno accompagnato nella sua ricerca musicale. Già con “Horror Vacui” – uscita dello scorso anno – Hecq era ritornato sulle sonorità degli esordi e adesso l’idea di avere un album interamente di suoi remix, scegliendo da quello che d’altrui nel personale percorso lo aveva maggiormente stimolato, subito è sembrata una sfida praticabile, una possibile connessione tra la sua acquisita esperienza produttiva e quello che intorno a lui d’interessante si presentava in virtù del suo intento. Ben Lukas Boysen, questo è il vero nome dell’artista, ha scelto infine di remixare dieci tracce, nell’ordine brani del Bersarin Quartett, di Ruby My Dear, di Roel Funcken e poi di D-Saw, di The Outside Agency, di Lusine ICL, di Anodyne, di TechDiff, di Bong-Ra e di Svarte Greiner. Dalla breakcore alla downtempo dub, passando per stilemi techno e suoni di strada ancora più aspri e immediati, altalenando fra riadattamenti fortemente ambientali e melanconici ed altri sferzanti e ritmici, la sapienza di Hecq dispiega un gusto eclettico, forse al culmine di una traiettoria per generi e consonanze evocate ma pronto a nuovi ed esaltanti inizi. Si mette un punto e si ricomincia.

 

Hecq: “Conversions” Medley