Concertina by Steve Bates, barbed wire radio transmission.

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Le stazioni radio pirata sanno che se non possono mantenere le loro attrezzature in movimento i loro giorni sono contati. L’individuazione delle fonti di trasmissioni radio è una tecnica sviluppata durante la prima guerra mondiale e tuttora impiegata dalle forze dell’ordine di polizia postale e delle comunicazioni. Nelle giungle dell’America Centrale la leggenda narra che gruppi ribelli hanno scoperto una tattica per eludere la localizzazione dell’esercito durante le comunicazioni via radio. Approfittando del filo spinato steso per chilometri dai militari sul territorio per ostacolare la loro mobilità, i ribelli avrebbero agganciato radio trasmettitori ai fili e utilizzato questi come un’antenna. Questo diffonde la fonte di trasmissione su un ampio territorio, permettendo ai ribelli di eludere le tecniche di localizzazione convenzionali. Ispirato da questa pratica di guerriglia, Steve Bates sfrutta il potenziale di comunicazione del filo spinato in un’installazione esposta al Musée d’art contemporain de Montréal. Due bobine di filo spinato militare del tipo a concertina allineate con lamette taglienti sono disposte su un piedistallo basso a ridosso del pavimento del museo. Questa barriera che come un’arma minaccia i visitatori prende il nome dalla sua forma a spirale – progettata al fine di una rapida implementazione – che si espande e si ritrae come il mantice di una fisarmonica. Il filo spinato è collegato ad un trasmettitore radio a bassa potenza che viene ricevuto dalle radio posizionate attorno allo spazio espositivo. Queste diffondono suoni ambientali assai onirici che uniscono i campioni di una concertina a fisarmonica mescolati assieme alle due frequenze principali (50 e 60 Hz) che si trovano nelle reti elettriche. La concertina è una fisarmonica diatonica. Al culmine del colonialismo europeo questa è stata uno tra i primi strumenti musicali prodotti industrialmente che ha introdotto in molte parti del pianeta la notazione occidentale. Il contrasto inquietante tra militari e immaginari musicali insito nei materiali utilizzati induce a un effetto disorientante che riflette la dialettica tra potere e responsabilizzazione, nonché l’ambivalenza delle demarcazioni geografiche e delle norme nell’era della civiltà immateriale. Matteo Marangoni