Moon by Ai Wei Wei and Olafur Eliasson, collective testament.

Moon_CollectiveTestament

Difficile resistere all’invito di scrivere qualcosa sulla superficie lunare. L’opera Moon mettendo insieme due celebri artisti, l’indomabile Ai Wei Wei e il sensoriale Olafur Eliasson, permette esattamente di fare questo. Collegandosi al sito di Moon è possibile abbandonare i propri pensieri e sospiri alla grande luna bianca che appare sul vostro schermo, in gran parte già adorna di scritte immagini e pensieri provenienti da tutto il mondo. Dopo l’autenticazione si ha infatti accesso ad un tool di editing grafico, che permette di disegnare o scrivere sulla parte di superficie lunare scelta, esclusivamente in nero o in scale di grigi. Non è il primo esperimento di immagine collettiva. Il più famoso esempio è sicuramente l’opera “Communimage” lanciata nel 1999 da Johannes Gees: una enorme unica immagine formata da quelle aggiunte nel tempo dagli utenti. Sul sito (ancora disponibile) troviamo traccia di diverse versioni di questa gigantesca raccolta. Alcune “fisiche” ottenute stampando l’immagine intera o parte di essa. Altre ancora invece legate alla rielaborazione dei metadati delle immagini e alle possibili ulteriori letture dei dati stessi. L’opera Moon invece offre uno strumento univoco di espressione (l’editor a disposizione degli utenti) e un luogo un po’ magico dove riversare la propria creatività (una luna in 3D). A differenza di Communimage la cui essenza è la continua mutevolezza, Moon sembra voler offrire invece uno spazio sicuro di conservazione. Secondo gli autori: “Through messages and non-verbal communication, in a language unique to each person, the collective work becomes a testament to personal freedom, creativity, and activity”. Moon si presenta dunque come un testamento, ponendosi come luogo di memoria. E’ la creatività collettiva che si fa monumento rischiando nell’eleggere la rete a garante imperituro della sua conservazione, come se fosse eterna e vigile, come la Luna. Chiara Ciociola