Parallax, A Perceptual Short-Circuit

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L’istallazione Parallax dell’artista Incredible Bob è costituita (esternamente) da un binocolo. Il classico funzionamento di questo dispositivo ottico è però rivoluzionato (nel vero senso della parola), sfruttando il fenomeno ottico della parallasse (fenomeno per cui un oggetto sembra spostarsi rispetto allo sfondo se si cambia il punto di osservazione). Grazie al collegamento tra due telecamere di sorveglianza e un sistema di proiezione interno all’installazione, il visitatore che guarda nel binocolo vede se stesso ripreso (dalle CCTV) nell’atto di guardare nel binocolo stesso. Inoltre grazie ad un meccanismo simile a quello dei mirini ottici a specchio delle fotocamere analogiche, l’angolo di parallasse è invertito: vediamo con l’occhio destro quello che vedremmo con l’occhio sinistro e viceversa. La visione risultante è certamente una prospettiva di osservazione stramba e spiazzante, ma non nuova in sé. Le prime ricerche in queste senso pare che risalgano al 1890. Lo psicologo George Malcolm Stratton costruì degli speciali occhiali per studiare la percezione visiva, capaci di alterare il meccanismo di visione retinica. È quindi forse riduttivo pensare all’opera Parallax solo in termini di sperimentazioni ottiche. Guardando in un binocolo ci si aspetta di vedere l’ingrandimento di qualcosa, i dettagli di qualcosa o qualcosa di meraviglioso mai visto. L’opera Parallax sfrutta questa aspettativa come estetica, ma pone invece un quesito sul processo di percezione del sé attraverso la fruizione artistica: quest’opera rende liquido il rapporto tra questi due momenti, in un corto circuito ottico in cui le prospettive si confondono, come fossero due forze uguali e opposte di cui improvvisamente non è più possibile distinguere il vettore. Chiara Ciociola

 

Incredible Bob – Parallax