The MIT Press, USA, ISBN-13: 978-0262018517, 464 pages, 2013, English

Erkki Huhtamo è un archeologo dei media universalmente piuttosto noto. Questo libro è il risultato di una ricerca estensiva (fatta negli ultimi venticinque anni) attraverso le “vedute significative”, enormi rotoli di tela dipinti e poi illustrati di fronte al pubblico mentre il tutto è arricchito da lezioni interpretative, musica dal vivo, effetti sonori e spesso dioramici “effetti speciali”. Influenzato dall’eccitamento indotto dalla realtà virtuale dei primi anni novanta, l’autore ha iniziato a ricercare tecnologie simili in passato: l’inizio d’un approccio che è stato definito come “archeologia dei media”. Il metodo dà l’idea di un’evoluzione lineare di media e tecnologia, piuttosto che porre importanza sulla influenza reciproca proveniente dai differenti ambiti culturali e contesti sociali che uno specifico medium ha sollecitato. L’autore ha messo assieme una leggendaria collezione di macchine proto-audio-video, acquisita con la pazienza e la determinazione di un collezionista e ha documentato e addestrato altri specialisti in virtù poi di preservare correttamente la collezione nel tempo. Ma perché dovrebbero queste vecchie macchine d’intrattenimento visivo suscitare interesse nella cultura mediatica contemporanea? Perché quelle macchine erano una volta specifici media che stavano “agitando” contenuti “in movimento”. Huhtamo definisce i ruoli nel contesto rispettivamente del tempo e delle relazioni con altri media, analizzando molte delle domande che abbiamo ancora di fronte oggi. La meticolosa indagine, i dettagli e le contestualizzazioni rivelano gli elementi fondanti della nostra contemporanea mappa mediativa e l’emergere – nelle parole dell’autore – di una “immaginazione media culturale”.