Harvey Molotch – Against Security: How We Go Wrong at Airports, Subways, and Other Sites of Ambiguous Danger

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Princeton University Press, ISBN-13: 978-0691155814, 278 pages, 2012, English, USA

Smantellando la quasi religiosa credenza che un’orientata tecnologia di sicurezza possa salvare le nostre vite, questo libro va apertamente contro tutti i dogmi coniati dopo l’undici settembre e le conseguenti “politiche della paura”. L’autore sceglie la strada della prospettiva sociologica, esaminando alcuni esempi da cui concettualizza una serie di idee fondamentali. Harvey Molotch da prima critica le radicali misure adottate nei bagni pubblici per “proteggere” le persone, attaccando la loro privacy piuttosto che innescando un mutuo supporto. Questa è essenzialmente la chiave qui: un’analisi di come in ambienti come metropolitane, aeroporti, aerei o nelle catastrofi come l’uragano Katrina o Ground Zero (tutti ben studiati dall’autore) non sia uno scenario di causa-effetto solamente a dover essere considerato, quanto una molteplicità di fattori. L’analisi mostra come la maggior parte delle tecnologie di sicurezza sono utilizzate come routine per un unico scopo, spesso esponendoci ad altri rischi e più spesso fallendo nell’identificare i criminali. Lo status assoluto di “macchina” non è certo sufficiente, qualunque “intelligenza” sia ostentata. Soprattutto perché, come è sottolineato nel titolo, i “pericoli” rispetto ai quali ci si imbatte sono ambigui e le procedure di sicurezza estremamente specifiche. Nel testo, ci sono vari esempi di come le capacità umane sono destinate ad essere ampiamente utilizzate, al fine di essere critici ed agire creativamente. A volte possiamo anche individuare forme di “social engineering” che insieme alle tecnologie socialmente orientate possono alla fine dar vita – anche nei nostri tempi super ansiosi – a progressi significativi.