Random Selection In Random Image – Hypermateriality

Random Selection in Random Image

Nei suoi nuovi lavori Jan Robert Leegte riesamina l’ipermaterialità del dominio digitale. Educato come un architetto e scultore questo sperimentatore olandese ha un approccio unico nel contesto dell’arte internettiana. Il suo più recente lavoro online, Random Selection in Random Image spinge i confini d’entrambe le nozioni di creatività e di percezione individuale. Leegte ha realizzato un’intelligente raccolta di commenti sui nuovi prerequisiti per l’accoglienza e la produzione di arte in ambienti fortemente caratterizzati dalla tecnologia. Evidenziando aree casuali all’interno di immagini casuali prese da Flickr l’autore mina e reintegra allo stesso tempo il punctum di Roland Barthes sulla fotografia. “La nozione del – manifestato o materializzato – processo conoscitivo di selezione mi intriga,” dice Leegte a proposito dell’opera. Anche il punctum non è più un fenomeno puramente immateriale, sociale o psicologico, ma in maniera fluida converge con una codificata e incorporata realtà di costrutti mediatici. Le immagini e in particolare le fotografie hanno perso molta della loro magia e del loro fascino da quando hanno iniziato in rete a diventare sovrabbondanti. Assumendo questi scatti come materiali grezzi per le nuove fotocamere (computer software) e il nuovo occhio (la rete) le immagini sono come rinvigorite. In Random Selection Leegte riporta l’elemento sorpresa di ogni fotografia, privandoci del nostro presunto privilegio di essere alla base di un personale e specifico punto di vista, il nostro sguardo (letteralmente). In un’intervista con V2, il teorico canadese Brian Massumi descrive questo tipo di manipolazione come elementare: “ogni oggetto d’arte lavora attingendo a un certo aspetto della “naturale” percezione al fine di rendere quest’ultima nuovamente astratta”. È possibile allora che alcune delle potenzialità che erano nelle immagini venissero “ibernate” mentre altre – che tendevano a non rivelarsi o addirittura non sembravano presenti – fossero poi messe in evidenza”. In questo lavoro l’incertezza causata dall’utilizzo di agenti software e bot è utilizzata a nostro vantaggio per reintegrare la poesia e la magia delle immagini.