Matthew Fuller, Andrew Goffey – Evil Media

Matthew Fuller

The MIT Press, ISBN: 978 0262017855, 248 pages, 2012, English
II termine “multimedia” – oramai – suona obsoleto da più di un decennio. Questo libro di Matthew Fuller e Andrew Goffey porta il suo status arcaico ancora in più netto rilievo. Qui “media” e strategie di mediazione – a proposito di informazioni – proliferano quasi indefinitamente, essendo per lo più digitalie in rete. Il precedente lavoro di Fuller, “Media Ecologies”, è notevolmente ampliato, focalizzando l’attenzione sui pervasivi interstizi critici della comunicazione, come pure sugli spesso ignorati sistemi multimediali di piccola scala, definiti come “media grigi” – parte della mediazione digitale quotidiana di informazioni, che aiuta a definire i nostri paradigmi, interfacce e metodi di comunicazione. Il titolo sovverte lo slogan vuoto di Google (“don’t be evil”) in qualcosa di immediatamente più interessante. Qui non ci sono strategie magnificenti, ma quaranta stratagemmi (alcuni già pubblicati in “Sarai Reader: Fear” e “The Spam Book”), e non non c’è nessun pathos etico, quanto piuttosto un utile inganno. Gli autori discutono i metodi interni ed esterni di comunicazione per determinati sistemi e speculano sul sempre conseguente e attivo potenziale di manipolazione degli stessi. In questo libro l’approccio anarchista (che guardava alla maniera d’hackerare gli spazi d’ufficio) incontra il postmoderno dei filosofi francesi, esibendo una raccolta con singolari paragrafi – a volte gli uni indipendenti dagli altri – e spesso non direttamente applicabili in concreto, ma ispiratori per l’azione e l’attitudine. La sfida dichiarata è di scuotere l’utente dalla passività, non per abbracciare una rivoluzione di vecchia scuola ma per creare e perseguire un sabotaggio astratto nel quotidiano.