Compro Auri – The Time Value Of Listening

Compro Auri

Il dibattito attorno al valore della proprietà intellettuale è stato condotto spesso sui soliti argomenti da quando il file sharing è venuto in primo piano alla fine degli anni ’90. Mentre da una parte l’industria cerca di equiparare i prodotti immateriali ai prodotti tradizionali, dall’altra attivisti e consumatori disobbedienti si battono per preservare il libero accesso all’informazione. Un progetto dell’artista braziliano Giuliano Obici propone una prospettiva rinfrescante e radicale sulla problematica. Secondo la sua tesi, se bisogna attribuire un valore monetario allo scambio di file musicali, il flusso di denaro dovrebbe procedere nella stessa direzione del flusso di dati. La sua logica è semplice: ascoltare richiede tempo e il tempo è denaro, quindi dovrebbero essere i produttori di musica a pagare gli ascoltatori e non il contrario. Per corroborare la sua teoria, Giuliano Obici l’ha messa in pratica personalmente. Durante un’azione pubblica, munito di un cartello “Compro Auri”, egli imita un commerciante ambulante che cerca di acquistare sul mercato nero il tempo di ascolto dei passanti. In quella che appare una transazione potenzialmente rischiosa e dalla dubbia legalità, egli offre l’equivalente del costo di acquisto di un file mp3 ottenuto legalmente ai passanti che sono disposti ad ascoltare la sua musica per 3 minuti. I clienti sono pagati per ascoltare un file digitale in cui sono resi udibili gli algoritmi per la compressione audio e gli artefatti sonori che ne derivano che testimoniano come effettivamente la maggior parte dei dati originari non è più presente nei file mp3 comunemente adottati. Il modello di business poco ortodosso proposto in questa performance si presta a varie letture: se i prodotti immateriali devono essere equiparati ai prodotti tradizionali, può darsi che i residui derivati dalla loro produzione vadano pure smaltiti, come una sorta di spazzatura culturale, da una forza lavoro composta da lavoratori-consumatori; su un piano più pratico il suggerimento è di passare oltre al versante superficiale del dibattito sul file sharing, dal momento che il tempo è una risorsa limitata, l’informazione non è mai gratuita, ma il tentativo di creare scarsità artificialmente in un settore sovrabbondante finisce solo per produrre un’ulteriore spreco di risorse; forse c’è qualcosa che oltrepassa il discorso sulla musica e le reti telematiche, può essere che attraverso il suo gesto simbolico Giuliano Obici liberi un desiderio profondamente represso nei consumatori di essere riconosciuti per il lavoro, spesso tedioso, impiegato nella selezione e nell’acquisto di prodotti nell‘economia del libero mercato.

Matteo Marangoni