Tape Recorders – Self-Measurement In Real Time

Rafael Lozano-Hemmer

Tape Recorders è il quattordicesimo elemento della serie Subsculpture di Rafael Lozano-Hemmer, che non si smentisce e ancora una volta elegge il pubblico ad elemento cruciale nella narrativa delle sue opere. Nella serie di installazioni urbane interattive “Relational Architecture” (che ad oggi conta sedici interventi) per esempio, il pubblico è l’essenziale protagonista di mastodontiche illuminazioni di piazza. Tape Recorders è invece un’istallazione da galleria, commissionata dal Museum of Contemporary Art di Sydney. L’opera consiste in due file di metri avvolgibili e motorizzati, posizionati su due pareti opposte che si srotolano verso l’alto, parallelamente al muro su cui sono installati. Un sistema di sensori Kinect posizionati in alto rileva la presenza dei visitatori nell’installazione, per cui il metro più vicino e in corrispondenza del visitatore si srotola verso l’alto, rigido ed impettito. Quando poi il nastro raggiunge circa 3m di altezza si ferma e cade in direzione dell’utente (ovviamente ad una distanza di sicurezza tale da non colpirlo) per poi riavvolgersi su se stesso chiudendo il loop narrativo, ma solo apparentemente. Infatti i dati di permanenza del visitatore tracciati dal sensore vengono inviati anche ad un altro dispositivo che calcola e stampa i tempi di permanenza degli spettatori per ogni visita. Forse non è un caso che le righe diseguali dei metri più o meno srotolati ed allungati sulle pareti ricordino esattamente un istogramma, come se misurassero in tempo reale l’entità della nostra presenza nel mondo. Il movimento dei nastri invita lo spettatore nell’opera: consapevole di essere la causa dell’azione egli si specchia nel movimento che innesca, trovando traccia della sua importanza nella immediata reazione che l’opera, trasformandosi, gli riserva.

Chiara Ciociola